Pensava in grande Joaquin “El Chapo” Guzman, il signore della droga messicano arrestato ieri dalle autorità locali dopo una rocambolesca fuga durata sei mesi. Il noto narcotrafficante, il cui destino giudiziario resta appeso ad un filo (gli USA, infatti, ne chiedono a gran voce l’estradizione), sognava un film autobiografico che celebrasse le sue “gesta”, in primis la sua straordinaria evasione dal maxi carcere di sicurezza nel quale era detenuto e dal quale potrebbe essere scappato grazie anche a qualche “aiutino” dall’interno.
SOGNAVA HOLLYWOOD. L’ultima indiscrezione legata all’arresto del narcotrafficante El Chapo riguarda un’intervista esclusiva che il boss messicano avrebbe rilasciato al noto attore Sean Penn, apparsa per la prima volta dopo tanto tempo sul magazine “Rolling Stone”. Nel pezzo in questione, il latitante ha aperto il suo cuore all’interprete di pellicole di successo come “21 grammi”, confidando il suo desiderio più grande: vedere su grande schermo un biopic dedicato alle sue “imprese”, al suo “business”, al suo ingegno.
Proprio a proposito della sua fuga per la libertà, El Chapo ha ammesso di aver mandato i suoi ingegneri a perfezionare le proprie competenze in Germania per ben 3 mesi prima di affidare loro l’impresa della vita: la costruzione, cioè, di un tunnel sotterraneo, grazie al quale il boss della droga messicano è riuscito, poi, a darsi alla fuga. Un’autocelebrazione in piena regola quella del criminale messicano, un atto di pura vanità che ha permesso, però, alle forze dell’ordine di coglierlo in flagrante e di poterlo nuovamente arrestare. Altro che “happy end”: il finale, per El Chapo, non sarà certo degno della miglior pellicola hollywoodiana.