Bagnoregio (Viterbo) – Nonostante gli appelli, le campagne di sensibilizzazione, l’invito a denunciare atti deprecabili compiuti tra giovanissimi, il bullismo continua a rappresentare uno dei mali più diffusi e difficilmente sradicabili all’interno della nostra società. La scuola, purtroppo, è divenuta la “location” preferenziale dove dare sfogo a questi vili “istinti” che spesso comportano conseguenze ben più gravi, sia nelle persone che subiscono tali soprusi sia in chi, in maniera talvolta sadica e crudele, perpetra tali atti senza rendersi conto delle pesanti ripercussioni alle quali, inevitabilmente, rischia di andare incontro.
SCHIAFFI ED INSULTI. In una classe terza della scuola media di Bagnoregio si è registrato l’ennesimo drammatico episodio di bullismo che, incredibile ma vero, si caratterizza per una sorta di inversione di ruoli nel gioco delle parti. Già, perchè è un’insegnante 59enne la “bulla” che, forte dell’autorità esercitata sui propri studenti, costringeva i ragazzi a malversare un compagno di classe affetto da un deficit cognitivo, ma apostrofato dalla propria docente come eccessivamente vivace.
“Deficiente, puzzi”: questi sono solo alcuni dei pesanti epiteti con i quali la 59enne, professoressa di Italiano nella classe del ragazzino, apostrofava lo studente, il quale veniva messo alla gogna e “torturato” dai propri compagni di classe, sotto coercizione della professoressa “orco”. Sono stati proprio i ragazzi che, nel corso di una lezione speciale sul bullismo organizzata nell’ora di catechismo, hanno vuotato il sacco, raccontando le “torture” alle quali il povero 13enne era sottoposto.