Le donne sono più credenti degli uomini e sembrano dedicare molto più tempo alla preghiera. Questo diverso approccio verso la religione, secondo l’istituto americano Pew, avrebbe una motivazione “nascosta” nel codice genetico. Comunemente, la popolazione femmine risulta più credente di quella maschile e adesso questa supposizione sembra trovare un fondamento scientifico. “Ammettendo che si tratti di un fattore genetico – precisa David Voas, capo del dipartimento di scienze sociale all’University College di Londra – dubito che sia quello che chiamano ‘il gene di Dio’”.
Lo studio, intitolato The Gender Gap in Religion, è stato condotto incrociando i dati raccolti in diversi paesi del mondo. Nella maggior parte dei casi risulta, appunto, che le donne abbiano una “predisposizione” maggiore verso la religione. Inoltre, al di là dell’essere praticante o meno, il gentil sesso dà un’importanza e un peso diverso alla materia. Un quarto della popolazione ritiene che crede in Dio sia un aspetto fondamentale della propria vita, solo il 18% degli uomini la pensa allo stesso modo.
L’indagine è stata condotta in 81 paesi: di questi, in 30 (dove la maggior parte della popolazione è cristiana) la percentuale femminile di credenti supera di molto quella maschile. I dati raccolti in Inghilterra, ad esempio, indicano che il 23% delle donne prega ogni giorno contro il 14% degli uomini. Nei paesi in cui la c’è una maggiore affermazione della religione mussulmana, invece, sembra essere presente il fenomeno contrario: gli uomini sono più credenti e praticanti delle proprie donne.