In una fase molto delicata per la politica britannica, a poco più di due mesi dal referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea, il premier David Cameron è sotto i riflettori. Infatti lo scandalo dei Panama Papers sta costringendo il primo ministro a fare luce su entrate e uscite fiscali degli ultimi anni, a partire dall’ingresso a Downing Street, quando incassò 140 mila sterline grazie alla vendita di un pacchetto azionario che comprendeva anche alcuni titoli del fondo di investimento guidato dal padre Ian e salito all’onore delle cronache con i Panama Papers, la Blairmore Holdings.
Nonostante inizialmente avesse negato ogni coinvolgimento con le attività finanziarie del padre, alla fine il premier è stato costretto ad ammettere di aver ottenuto guadagni per circa 19 mila sterline dal fondo Blairmore Holdings. Una cifra piuttosto contenuta, dunque, ma sufficiente a gettare ombre sull’operato di Cameron. In particolare l’attenzione dei media è stata catturata da una somma di 200 mila sterline “regalata” al primo ministro dalla madre. L’ipotesi è quella che si tratti di un espediente per evitare le tasse di successione. Infatti il versamento è avvenuto in due distinte tranches da 100 mila sterline ciascuna, la prima nel maggio e la seconda nel luglio 2011, l’anno successivo alla morte di Ian Cameron.
In generale i risparmi di Cameron sono aumentati sensibilmente proprio nel 2011, principalmente grazie all’eredità del padre (300 mila sterline esenti da tassazione), a cui si aggiunge il “regalo” da parte della madre. Come sottolinea il quotidiano The Guardian, nel Regno Unito su eredità e donazioni inferiori a 325 mila sterline non si pagano tasse. Diversi quotidiani britannici stanno dunque puntando il dito contro quello che sembrerebbe a tutti gli effetti un piano di ottimizzazione fiscale.
Pur trattandosi di strategie di minimizzazione delle imposte completamente legali, da un punto di vista politico queste rivelazioni sono piuttosto scomode. Le indagini relative a eredità e proventi dal fondo Blairmore Holdings sono poi diventate l’occasione per fare i conti in tasca al premier, facendo luce su fonti di guadagno e investimenti. Cameron è il primo premier britannico a rivelare pubblicamente i propri redditi: tutte le dichiarazioni fiscali dal 2009 al 2015 sono ora consultabili sul sito del governo. Tutto questo rischia di avvantaggiare il principale rivale di Cameron, il sindaco di Londra Boris Johnson, tra i massimi sostenitori del Brexit. Proprio per scacciare i dubbi in merito al presunto reato di evasione fiscale, domani il premier riferirà alla Camera dei Comuni, come richiesto insistentemente dal leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn.
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