Hillary Clinton è la prima donna a correre per la Casa Bianca nella storia degli Stati Uniti d’America. La notizia è arrivata alle 22.20 (ora di Washington), quando l’Associated Press ha annunciato la vittoria della nomination democratica da parte della Clinton. Lo stesso Barack Obama è intervenuto in prima persona chiedendo ufficialmente a Bernie Sanders (l’altro candidato democratico) di farsi da parte. La vittoria di Hillary Clinton è sancita dall’ultimo conteggio dei delegati, svoltosi al termine delle primarie del week end a Portorico e nelle Isole Vergini.
La Clinton è riuscita a superare la soglia della maggioranza assoluta, cioè i 2.383 delegati necessari per essere proclamata ufficialmente candidata democratica alla Casa Bianca in occasione della convention di luglio a Philadelphia. L’euforia per la vittoria è comunque smorzata dalle continue e gravi accuse mosse da Bernie Sanders. Il 74enne senatore del Vermont continua a indirizzare alla Clinton accuse forti, di tenore simile a quelle mosse dal candidato repubblicano Donald Trump.
L’ultima della serie è la polemica sui presunti fondi esteri confluiti nella fondazione benefica della Clinton. Ma nei mesi scorsi Sanders ha anche parlato di primarie truccate con lo specifico obiettivo di sfavorirlo nella corsa alla Casa Bianca. Al centro dei suoi attacchi ci sono in particolare i superdelegati, cioè coloro che fanno già parte dell’establishment (in qualità di parlamentari o governatori) e che dunque non sono scelti dalla base elettorale. Ma il vantaggio di Hillary prescinde dal voto dei superdelegati: la Clinton vince su tutti i fronti.
Proprio l’aggressività di Sanders ha spinto Obama a scendere in campo, per mettere fine alle polemiche e preservare l’integrità del partito, concentrando gli sforzi nella sfida al candidato repubblicano Donald Trump. L’obiettivo di Obama è recuperare i voti dei giovani che hanno sostenuto Sanders nel corso delle primarie. Voti che saranno fondamentali nelle elezioni di novembre contro Trump.