E’ arrivato il lieto fine per una suora congolese, vittima di violenza ad opera di un sacerdote, suo connazionale. Il reato, consumatosi nel marzo 2011, aveva fortemente sconvolto la religiosa, che non aveva mai rivelato l’ identità del suo aggressore. Da quell’ atto ignobile, era nata una bambina, che in un primo momento la suora aveva rifiutato di riconoscere, perchè forte era il suo desiderio di riprendere la sua attività con il ‘Petites Soeurs de Nazareth’, l’ ordine religioso dove la sorella aveva preso i voti, nel lontano 1996. La bambina, nata a Pesaro (la suora, infatti, era in trasferta in Italia con lo scopo di frequentare la Pontificia università Urbaniana ), era stata dichiarata sin dal primo momento adottabile. Ma, con un colpo di scena in extremis, la suora ha deciso di ripensarci, riappropriandosi del suo diritto di madre.
Alla base dell’ improvvisa inversione di rotta, non solo il rifiuto da parte della Congregazione, di riprendere la sorella ma anche la scelta di voler vivere appieno la propria maternità da parte della 43enne congolese, la quale si è immediatamente rivolta alla Suprema Corte per ribaltare la decisione presa dalla Corte d’Appello per i minorenni, che aveva ritenuto la piccola adottabile. La Cassazione ha dato ragione alla “neomamma”, ritenuta, al momento della scelta di non tenere con sé la bambina, disorientata ed incapace di intendere e di volere e considerandola, adesso, una donna pienamente consapevole della sua trasformazione da suora a donna e genitrice; per questa ragione, l’ adozione della bambina è stata immediatamente revocata ed alla suora è stato immediatamente concesso il diritto di vedere la propria figlia, nonché di poter aspirare a formare con lei una famiglia, per dare un nuovo senso alla sua vita.
Continuate a seguirci su Vnews24 per conoscere le ultime notizie dal mondo!