È finita. Il Napoli saluta la Champions League con largo anticipo, perdendo a Rotterdam contro il Feyenoord per 2-1, consegnando il secondo posto nel girone allo Shakhtar Donetsk che, con lo stesso risultato, ha battuto un Manchester City già qualificato e probabilmente con la testa già ai prossimi impegni di Premier League. Un’esclusione figlia non tanto di queste due gare, ma di una serie di errori e di valutazioni sbagliate fatte durante il percorso di questi mesi che hanno portato inevitabilmente a complicarsi la vita in un raggruppamento che (escludendo il Manchester City) con Shakhtar Donetsk e Feyenoord era più che abbordabile per la compagine partenopea.
La sfida di Rotterdam del 6 dicembre era anche iniziata bene per gli azzurri, passati subito in vantaggio con Zielinski, schierato nel reparto offensivo al posto dell’acciaccato Lorenzo Insigne. Sulle ali dell’entusiasmo, e nella speranza che i Citizens riuscissero a fare risultato in Ucraina, i ragazzi di Sarri hanno continuato a giocare all’attacco, sfiorando anche due ghiotte occasioni per il raddoppio con Mertens e Callejon. Poi è arrivata la doccia gelata: il vantaggio dello Shakhtar che, di fatto, ha reso inutile il punteggio positivo di Rotterdam, e a poco a poco i partenopei si sono sciolti, hanno staccato la spina e hanno subito la rimonta dei modesti olandesi. E così, mentre la formazione ucraina raddoppiava, rendendo vane le ultime speranze di rimonta della formazione allenata da Guardiola, nonostante fosse in superiorità numerica, nei minuti finali del match il Napoli ha subito anche la rete del sorpasso ad opera di St. Juste, che ha consentito agli olandesi di non chiudere la fallimentare esperienza in Champions League senza punti.
Come dicevamo in apertura, è lecito pensare che l’eliminazione prematura del Napoli non sia da addossare esclusivamente all’ultima giornata dei gironi di Champions League, né ad un presunto scarso impegno del Manchester City contro lo Shakhtar. Fin dal mese di settembre, infatti, sia i tifosi partenopei che gli addetti ai lavori hanno avuto qualche dubbio sulle scelte operate da Sarri e su una certa “distrazione” di Hamsik e compagni nella massima competizione internazionale, rispetto ai grandi risultati e alla concentrazione dimostrati in Serie A. Su Twitter, dopo la sconfitta di Rotterdam, i supporter azzurri hanno manifestato tutto il loro malcontento per un addio ricco di rimpianti, e sulla graticola è finito principalmente il match giocato e perso malamente dagli azzurri in Ucraina. In quell’occasione, l’allenatore partenopeo optò per un turnover piuttosto discutibile, schierando invece nella successiva gara di campionato contro il Benevento tutti i titolari, stravincendo per 6-0. Alla luce di ciò, in molti si sono chiesti e si stanno ancora domandando: ma perché non fare il contrario? Con tutto il rispetto per i sanniti, sarebbe stato preferibile affrontare lo Shakhtar con gli uomini migliori, optando invece per qualche cambio contro la matricola campana: magari non ci sarebbe stato un roboante 6-0, ma comunque sarebbero bastati i 3 punti.
Le lamentele di Sarri di questi mesi circa le difficoltà di giocare ogni tre giorni hanno fatto il resto. L’attuale tecnico del club campano, probabilmente, forte della grande partenza in Serie A e di una Juventus leggermente in difficoltà rispetto al passato, sembra aver deciso fin dal mese di settembre di puntare tutto sullo scudetto, riservando alla Champions League un ruolo di secondo piano, trattando la competizione quasi come fosse un “fastidio”. Questo tipo di mentalità deve essersi riversata sui giocatori che, nonostante abbiano sfoderato delle belle prestazioni (anche al San Paolo con il Manchester City), tuttavia hanno avuto dei cali di concentrazione che in campionato finora non si sono mai visti.
Ma non mancano anche proteste nei confronti della società. Sul banco degli imputati è finito Aurelio De Laurentiis che, se da un lato ha il merito di non aver ceduto quest’anno nessuno dei suoi “gioielli”, dall’altro viene criticato dai tifosi napoletani perché non ha saputo allestire un organico con la cosiddetta “panchina lunga”, in grado di consentire al suo tecnico di operare un turnover con cambi all’altezza della situazione che avrebbero potuto far rifiatare anche i “titolarissimi” in Serie A, per essere sempre competitivi anche in Europa. A tal proposito, suona strano come un presidente come quello azzurro possa aver “assecondato” la scelta prematura di puntare tutto sulla lotta scudetto, uscendo fin da subito dalla Champions e perdendo, così, cospicui introiti legati al passaggio del turno.
E ora? Da febbraio ci sarà l’Europa League: nel dopo-partita di Feyenoord-Napoli, capitan Hamisk ha dichiarato che la squadra farà di tutto per andare avanti nel torneo e per provare a vincere l’ex Coppa UEFA. Un bel proposito, certo, ma se fino a ieri ci si lamentava di giocare ogni tre giorni, non sarà mica meglio continuare a farlo di giovedì e soprattutto in una seconda parte di stagione quando davvero potrebbero essere ben chiari gli obiettivi stagionali? E la società interverrà adeguatamente per mettere a disposizione del tecnico qualche alternativa valida? Insomma, quasi certamente il Napoli quest’anno ha peccato un po’ di “ingenuità” nel voler effettuare fin da subito delle scelte ben precise: snobbare la Champions League non è proprio un atteggiamento da club che punta a grandissimi traguardi. Sicuramente il tecnico e la dirigenza dovranno fare tesoro di questi errori per prepararsi, nelle prossime stagioni, ad essere ugualmente e sempre pronti e competitivi su tutti i fronti. Le scelte lasciamole ai risultati del campo.
Patrizia Gallina