Attentato ieri 28 dicembre 2017 a Kabul. Tre esplosioni hanno causato la morte di almeno 40 persone e ne hanno ferite 30. L’Isis ha rivendicato l’attacco e a comunicarlo è stata l’agenzia Amaq, la stampa dello Stato Islamico. Nonostante sia stato reso noto il bilancio dell’attacco a Kabul, l’Isis invece riporta cifre ben diverse. Si parlerebbe secondo Amaq di 100 persone uccise e 120 feriti.
L’attentato terroristico è stato compiuto nei pressi del Tabian Media Center. Si tratta di un centro culturale gestito da un religioso sciita. All’interno dell’edificio si trova una scuola islamica e la sede dell’agenzia di stampa Sadai Afghan, cioè Voce Afghana. Proprio quest’ultima pare fosse il bersaglio dell’Isis. Secondo il direttore dell’agenzia di stampa Sayed Hasan Hussaini, in quelle ore si stava svolgendo una riunione di studenti nel palazzo. Alcune fonti locali indicano che gli attentatori sono stati due. Dal ministero dell’Interno, Nasrat Rahimi ha fatto sapere che le vittime sarebbero quasi tutte civili. La tv afghana Tolo ha reso noto che anche donne e bambini sono rimasti uccisi nell’attentato. Il reporter che si è recato nell’ospedale in cui si trovano i feriti fa sapere che ci sono molte famiglie in stato di shock e che molti stanno cercando amici e parenti tra i corpi.
La condanna del presidente afghano che definisce l’attentato a Kabul un crimine contro l’umanità
Il portavoce del ministero dell’Interno ha anche affermato che ci sarebbero state altre due esplosioni dopo l’attacco terroristico. Espressioni di sgomento anche da parte del presidente afghano Ashraf Ghani. Ha condannato fortemente l’attacco definendolo un crimine contro l’umanità, perché sono stati colpiti centri culturali. Non è una novità che ad essere nel mirino siano proprio i media. Infatti lo scorso novembre alcuni estremisti avevano colpito l’emittente afghana Shamshad TV a Kabul uccidendo una persona e ferendone almeno venti. Inoltre l’Isis rivendica, sempre attraverso l’organo di stampa Amaq, anche l’attacco terroristico di Lunedì rivolto verso l’agenzia di spionaggio della Direzione nazionale della sicurezza.