La Ferrero ha acquisito il colosso Nestlè. L’affare vale 2,8 miliardi di dollari americani, cioè circa 2,3 miliardi di euro. E se vi sembrano tanti, pensate che la Ferrero ha pagato in contanti. Hershey, l’azienda concorrente è quindi stata battuta dalla multinazionale italiana. Quest’ultima già dal 1969 aveva cercato di espandersi sul mercato statunitense con l’esportazione di Tic Tac.
Successivamente ci hanno provato con Ferrero Rocher e l’inimitabile Nutella. Nel 2017 l’azienda ha acquisito la Fanny May Confections Brand, produttrice dei marchi Fanny May e Harry London. Grazie alla recente acquisizione della Nestlè, Ferrero diventerà la terza azienda più importante negli Stati Uniti. Al primo e secondo posto invece Mars e Hershey.
L’entusiasmo di Ferrero e la rivincita del Made in Italy
Entusiasmo da parte del presidente esecutivo della multinazionale Giovanni Ferrero. Infatti ha affermato che con l’acquisizione sarà garantita un’offerta di prodotti più alta e anche opportunità di crescita. I brand legati a Nestlè sono davvero tantissimi, come per esempio Butterfinger, BabyTuth, 100Grand, Raisinets e Wonka. Lapo Civiletti, Ceo del gruppo italiano, ha dichiarato che l’impegno è quello di trasferire valore ai consumatori e ai clienti nordamericani. Il tutto grazie all’arrivo di marchi importanti all’interno del portafoglio aziendale. D’altro canto anche la Nestlè afferma la propria soddisfazione. Mark Schneider, amministratore delegato della multinazionale svizzera, si è detto contento di aver trovato in Ferrero una casa straordinaria per il business dolciario statunitense.
Inoltre ha spiegato che questa azione permetterà al gruppo di creare investimenti e di conseguenza innovazione in settori di forte crescita, come acqua minerale e prodotti per l’infanzia. Per quanto riguarda invece le reazioni sul territorio italiano si è espressa la Coldiretti la quale ha affermato che si tratta di una svolta Made in Italy. E’ una svolta importante per il nostro Paese considerando che in Italia tre marchi su quattro sono passati in mano ad aziende estere.