Sono in corso le nuove consultazioni al Quirinale per formare un nuovo governo dopo le elezioni politiche tenutesi il 4 marzo. La prima tornata è andata a vuoto, con le varie forze politiche che sono rimaste ferme sulle rispettive posizioni, impedendo di fatto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di affidare l’incarico al nuovo Premier chiamato a costituire un Esecutivo in grado di ottenere la maggioranza sia alla Camera che al Senato.
Proprio in queste ore si è tenuto un vertice a Palazzo Grazioli tra i maggiori esponenti di Forza Italia, al termine del quale è intervenuta Maria Stella Gelmini (capogruppo alla Camera) che ha rilasciato delle dichiarazioni piuttosto decise, in particolare nei confronti del Movimento 5 Stelle che negli ultimi giorni non ha nascosto (anche con affermazioni piuttosto eloquenti) di non avere alcuna intenzione di trattare con il partito di Silvio Berlusconi per arrivare ad un’intesa di governo. L’ex ministra dell’Istruzione ha ribadito alla stampa che FI accetterà di far parte di un’alleanza per guidare l’Italia solo se i pentastellati dichiareranno apertamente di essere favorevoli al dialogo e, soprattutto, se verranno garantite parità di dignità e condizioni tra tutte le componenti del centrodestra. La reazione dei grillini non si è fatta attendere, con un comunicato ufficiale dei capigruppo Grillo e Toninelli che hanno confermato la chiusura di M5S ad un governo con Berlusconi, chiedendo chiaramente a Forza Italia di farsi da parte per consentire, invece, l’intesa tra i pentastellati e la Lega.
E a tal proposito, sembra proprio che Luigi Di Maio e Matteo Salvini stiano continuando a sentirsi per preparare una strategia che gli consentirebbe di arrivare al governo tenendo fuori proprio Silvio Berlusconi. Entrambi, infatti, si starebbero accordando su diversi punti che potrebbero rafforzare, di fatto, il loro accordo, escludendo così Forza Italia dai giochi. Innanzitutto, i due leader politici avrebbero deciso di cambiare il nome del candidato alla guida della commissione speciale alla Camera: dovrebbe essere sempre un esponente del Carroccio, e si tratterebbe di Nicola Molteni in luogo di Giancarlo Giorgetti che, in questo modo, potrebbe continuare ad agire come capogruppo e, soprattutto, a prendere parte attivamente alla redazione del Documento di economia e finanza che dovrebbe gettare le basi dell’accordo Lega-M5S.
In tal modo, una volta approdato al Colle, Luigi Di Maio dovrebbe illustrare a Mattarella il progetto legato al Def, rendendo così concreti quei “passi in avanti” che il Presidente della Repubblica ha auspicato prima dell’inizio delle seconde consultazioni. Allo stesso tempo, il leader del Movimento 5 Stelle dovrebbe parlare del “comitato scientifico” da lui introdotto durante il programma “Porta a Porta”, volto a lavorare al cosiddetto contratto alla tedesca avanzato proprio dai pentastellati. La figura portante del gruppo di esperti dovrebbe essere Giacinto Della Cananea, docente di Diritto amministrativo all’Università di Tor Vergata, nonché grande esperto delle modalità con cui, in Germania, è stato possibile conciliare i programmi delle due forze politiche “condannate” a governare insieme. Tutto ciò, naturalmente, dovrebbe avvenire senza chiamare in causa Forza Italia.
Infatti, se è vero che nelle dichiarazioni di facciata la Lega sta continuando ad affermare che non romperà mai l’alleanza con il centrodestra, è pur vero però che si starebbe continuando a lavorare per avvicinarsi sempre di più al Movimento 5 Stelle. Inoltre, pare che Matteo Salvini abbia chiesto a Di Maio di attendere le elezioni regionali che si terranno in Friuli Venezia Giulia e in Molise, prima ufficializzare un’eventuale conclusione positiva delle loro trattative. Il segretario leghista, infatti, si augura che il suo partito possa uscire ulteriormente rafforzato da questa tornata elettorale, per avere un ulteriore vantaggio su Forza Italia nelle gerarchie dell’alleanza. A sua volta, il candidato Premier dei grillini spera che effettivamente la Lega prevalga ancora una volta su FI, perché così sarebbe più propensa ad abbandonare il partito dell’ex Presidente del Consiglio, confluendo a tutti gli effetti in un governo proprio con M5S.
Intanto Luigi Di Maio starebbe continuando a guardare anche alla fazione del Partito Democratico capeggiata da Dario Franceschini che, qualora Mattarella lo chiedesse, non chiuderebbe la porta ad un’eventuale intesa proprio con il primo partito del Paese. Insomma, Lega e M5S starebbero portando avanti in gran segreto le loro prove di accordo e, tra nomine decise tra loro e inserimenti di nomi vicini ad entrambi i partiti nelle varie stanze istituzionali, starebbero a poco a poco gettando le basi per una maggioranza, tenendo a debita distanza Silvio Berlusconi, con il quale i grillini sembrano piuttosto decisi nel non voler nemmeno tentare di aprire un tavolo delle trattative.
Patrizia Gallina