Oggi, 26 aprile, il presidente della Camera Roberto Fico incontrerà nuovamente il capo dello Stato Sergio Mattarella, per fare il punto sulle sue consultazioni circa un’alleanza di governo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Prima di recarsi al Colle, però, il politico napoletano si confronterà con entrambi i partiti, per valutare se davvero ci sono le basi per arrivare a formare una maggioranza.
Intanto, proprio in seguito alla prospettiva di avere un Esecutivo costituito da M5S e PD, sta emergendo in queste ultime ore un’indiscrezione che potrebbe avere del clamoroso, ovvero il ritiro delle dimissioni da parte di Matteo Renzi, per tornare in prima linea e gestire, personalmente, i contatti con i pentastellati. Il rumor è circolato e ha preso consistenza dopo alcune dichiarazioni piuttosto sibilline di Antonello Giacomelli (renziano doc), il quale ha auspicato un ritorno in campo dell’ex Presidente del Consiglio, invitandolo a fare un passo indietro circa le sue dimissioni da segretario dem, perché in questo momento delicato è necessario avere una leadership forte, rappresentata da un esponente che sia in grado di assumersi importanti responsabilità.
Le affermazioni di Giacomelli sono state interpretate, da molti, come una sorta di anticipazione della volontà di Matteo Renzi di tornare ad essere protagonista dello scenario politico, anche se, subito dopo le prime indiscrezioni, sono giunte prontamente le smentite di rito. Intanto l’ex premier è tornato in pubblico, nella “sua” Firenze, incontrando i cittadini ed effettuando una sorta di sondaggio personale, chiedendo un parere su un’eventuale alleanza M5S-PD. Nel frattempo, sui social network, e in particolar modo su Twitter, gli elettori del Partito Democratico, oltre all’hashtag #senzadime hanno lanciato anche #renzitorna, rafforzando le voci circa l’eventuale ritiro delle dimissioni da parte del segretario, affinché possa essere lui a guidare il partito negli incontri con i grillini.
Come riportato da Carlo Bertini de “La Stampa”, all’interno del Partito Democratico, Matteo Renzi godrebbe ancora della maggioranza dei consensi, rispetto ad altri candidati alla guida dei dem, ovvero Orfini, Delrio, Martina, Franceschini, Orlando ed Emiliano. Fino ad ora, l’ex sindaco di Firenze non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale circa la prospettiva di avere un governo formato da M5S e PD, ma pare che l’ex Presidente del Consiglio non approvi le tempistiche con cui Martina ha aperto al dialogo con i pentastellati, perché secondo lui sarebbe stato necessario prima attendere il naufragio delle trattative tra Movimento 5 Stelle e Lega, per poi consultarsi con la base elettorale del PD, per aprire eventualmente un fronte con il partito di Beppe Grillo.
Intanto, dopo il mandato esplorativo affidato da Sergio Mattarella a Roberto Fico, alcuni istituti di sondaggio hanno tastato il polso all’elettorato di M5S e PD, chiedendo se sarebbero favorevoli, o meno, ad una maggioranza parlamentare costituita da queste due formazioni politiche. Emg ha riportato che i cittadini che hanno votato per i pentastellati preferirebbero vedere in azione un’alleanza con la Lega di Matteo Salvini, piuttosto che con il Partito Democratico. Tra coloro che alle urne hanno scelto i dem, ci sarebbe addirittura una percentuale del 70% nettamente contraria a qualsiasi apertura verso i grillini. Sulla stessa linea i dati in possesso di Ixè, che ha riportato che solo una minoranza di elettori del Movimento 5 Stelle vedrebbe di buon occhio un’intesa con il PD, e la stessa cosa varrebbe anche per le persone che si sono schierate con il partito attualmente gestito da Martina.
Nello specifico, la distanza sarebbe tra le esigenze delle due fette di elettorato: da un lato i sostenitori dei pentastellati che vorrebbero una svolta radicale; dall’altro quelli del Partito Democratico che, invece, vorrebbero maggiore efficienza a livello politico, al fine di ottenere risvolti positivi e concreti per l’intera società. Ad ogni modo, secondo i sondaggisti, gli elettori sono sempre propensi a seguire le scelte effettuate dai rispettivi leader politici, dunque, qualora dovesse arrivare una netta presa di posizione da parte dei dem circa l’eventualità di un accordo con M5S, la situazione potrebbe ribaltarsi, soprattutto se fosse Matteo Renzi a guidare le trattative con Luigi Di Maio.
Patrizia Gallina