Nonostante fossero in due gironi diversi, con avversari differenti e percorsi dissimili, Inter e Napoli nella notte del martedì di Champions League si sono ritrovate accomunate dallo stesso, deludente destino: l’eliminazione dal torneo e la “retrocessione” in Europa League. S’infrange, dunque, il sogno del calcio italiano di poter riabbracciare, dopo ben 15 anni, quattro formazioni negli ottavi di finale della massima competizione europea per club.
I nerazzurri contro il modesto PSV Eindhoven e i partenopei con il ben più quotato Liverpool sono riusciti a mandare in fumo, nel giro di 90 minuti, speranze e punti accumulati in questi mesi che, a circa due giornate dal termine della fase a gironi della Champions League, avevano fatto pensare che entrambe potessero farcela a piazzarsi tra le prime due classificate, accedendo così alla fase successiva. Invece prossimamente Inter e Napoli si ritroveranno insieme in Europa League (un trofeo che le formazioni italiane non si aggiudicano addirittura dal 1999, quando il Parma trionfò in quella che allora si chiamava ancora Coppa Uefa), dove saranno necessariamente chiamate ad affrontare l’impegno con serietà e decisione non solo per far dimenticare le rispettive debacle, ma anche e soprattutto per lanciarsi alla conquista di quello che – con il campionato saldamente nelle mani della Juventus – è già diventato come uno dei principali obiettivi della stagione.
Davvero incredibile l’epilogo dell‘Inter in Champions League. La formazione milanese avrebbe dovuto battere il PSV Eindhoven a San Siro, augurandosi al contempo che il Barcellona delle riserve (ampiamente qualificato agli ottavi di finale) non lasciasse strada libera al Tottenham verso la vittoria. In realtà, la compagine catalana ha fatto il suo dovere – seppure a metà – bloccando gli inglesi sul pareggio (strappato dalla squadra britannica solo nel finale con Moura), mentre l’Inter non è stata affatto capace di superare l’avversaria olandese, andando addirittura in svantaggio dopo uno svarione di Asamoah. Tuttavia, andando a ritroso, l’uscita di scena dei nerazzurri dal torno è legata anche e soprattutto alla sconfitta in casa del Tottenham, dove il tecnico Spalletti ha schierato la squadra con un atteggiamento e una mentalità troppo prudenti, badando a contenere uno 0-0 vanificato dalla rete decisiva di Eriksen. Fino a quel momento, infatti, Icardi e compagni erano stati protagonisti di un percorso più che sufficiente, piazzandosi al secondo posto che sarebbe bastato gestire con un pizzico di personalità e di mentalità in più, doti che purtroppo sono mancate sia ai calciatori che all’allenatore. L’unico a salvarsi dal flop Champions è sicuramente “Maurito”, il quale al suo esordio assoluto in questa competizione ha segnato 4 reti, mentre tutti gli altri hanno dimostrato di essere a corto di esperienza e carattere per affrontare sfide così importanti e cariche di tensione.
Il Napoli, dalla sua, ha l’attenuante di essere rimasto vittima di un sorteggio a dir poco “sfortunato”, finendo nel Girone C insieme a PSG, Liverpool e alla ben più debole Stella Rossa. Gli azzurri sono sbarcati ad Anfield Road addirittura come primi in classifica, ma ciò non è bastato a contenere i Reds di uno scatenato Salah, autore del gol che ha spedito i partenopei in Europa League. E pensare che proprio quella di martedì 11 dicembre è stata l’unica sconfitta rimediata dalla formazione di Ancelotti nel Gruppo C, e il grande rimpianto di Hamsik e compagni si annida certamente nello scialbo pareggio esterno di Belgrado e in quella rete incassata nei minuti finali da Di Maria che, a conti fatti, hanno pesato come macigni sull’avventura in Champions degli azzurri.
Il Napoli, se è vero che può dire di essere uscito a testa alta e di aver messo paura alle corazzate PSG e Liverpool, è pur vero che adesso deve evitare di commettere lo stesso errore del passato quando, a partire dal presidente De Laurentiis, l’Europa League è stata affrontata come fosse una competizione inutile, un fastidio, rinunciando di fatto a lottare fino in fondo per conquistare un trofeo ampiamente alla portata della compagine campana. Carlo Ancelotti, sotto questo aspetto, dovrebbe essere una garanzia, lavorando sulla mentalità dei suoi giocatori per fargli capire che tutti i tornei vanno affrontati ai massimi livelli, soprattutto da realtà come il Napoli che hanno tutte le carte in regola per primeggiare e aggiudicarsi la coppa.
Patrizia Gallina