Israele

Israele, calca a un raduno religioso: almeno 44 morti e 150 feriti

Almeno 44 morti e oltre 150 feriti. E’ il disastro civile più grande della storia di Israele, dopo gli incendi della foresta del Carmelo nel 2010.
Questo il bilancio di un incidente avvenuto dopo mezzanotte di giovedì 29 aprile, nella calca di una celebrazione religiosa di ebrei ultraortodossi sul monte Meron, in Galilea.
Secondo i media israeliani, alcune persone sono scivolate dai gradini delle tribune innescando una fuga di massa in cui decine di persone sono rimaste schiacciate.
Decine di ambulanze hanno subito cercato di raggiungere i feriti, facendosi strada in una folla di quasi 100mila persone.
Anche elicotteri militari hanno partecipato ai soccorsi.
Proclamato lo stato di emergenza dal vicino ospedale di Safed, in Galilea.

Israele: la celebrazione

Come ogni anno, in occasione della festività ebraica che ricorda la ribellione ebraica del 132 d.C contro le legioni romane, oltre 100mila ebrei osservanti si sono recati sul monte Meron per pregare sulla tomba Shimon Ber Yochai, un celebre rabbino del secondo secolo d.C.
Secondo la tradizione, questi è l’autore del testo mistico dello Zohar («Lo splendore»).
Da anni questo evento è il più affollato in Israele, richiamando a volte fino a mezzo milione di persone.
L’anno scorso, a causa del Coronavirus, era stato annullato.
Quest’anno, col miglioramento della situazione sanitaria, era stato autorizzato, ma con numerose limitazioni che però non hanno resistito alla pressione della folla immensa.
Un altro disastro era avvenuto sul monte Meron anche nel 1911: allora decine di persone morirono nel crollo di un edificio vicino alla tomba del rabbino.

La situazione politica

Intanto la situazione politica in Palestina resta incandescente.
Il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha annunciato il rinvio delle prime elezioni che si sarebbero dovute svolgere nei Territori in 15 anni, citando un mancato accordo con le autorità israeliane per il voto a Gerusalemme est.
Immediata la reazione del movimento islamico palestinese di Hamas, che dalla Striscia di Gaza ha parla di «golpe».
Abbas ha parlato di rinvio senza indicare una nuova data.
Abbiamo deciso di rinviare le elezioni parlamentari fino a quando non avremo la garanzia della partecipazione del popolo di Gerusalemme“, ha detto Abbas in una nota.
Il presidente dell’Anp ha quindi assicurato che lavorerà per formare un governo di unità nazionale palestinese che “rispetterà le risoluzioni internazionali e rafforzerà l’Olp“, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina.