Il Giuramento di Ippocrate è il vademecum di ogni medico che si rispetti. Esso è un riferimento importante, la linea guida che ogni professionista della sanità che si rispetti segue per garantire ad ogni paziente un diritto sacrosanto, eppure così sfuggente, come quello della salute.
Per alcuni dottori, però, il rispetto del Giuramento pare essere un optional. L’ ennesimo caso di malasanità, per fortuna conclusosi nel migliore dei modi per il paziente, viene da Belluno. Protagonista di questo atto immotivato e per nulla professionale è il dottore Gerardo Marino, 50enne di origine belga ma residente a Belluno, dove da tempo esercita la professione di guardia medica. Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio, Marino ricevette una telefonata da parte di due genitori molto preoccupati per la salute del proprio figlioletto di sette anni. Il bambino, in vacanza con la famiglia presso Forno di Zoldo, comune nel bellunese, accusava una fortissima febbre, salita a 40 gradi. Il medico si sarebbe limitato a prestare una diagnosi prettamente telefonica, rifiutandosi di andare a visitare il bambino di persona, come richiesto esplicitamente dai genitori del piccolo. Alla ennesima insistenza della madre, il dottore Marino avrebbe replicato in maniera seccata, con una frase che ha lasciato la donna di sasso: “Scusi, ma lei è laureata in Medicina?”.
I due coniugi, choccati dalla mancanza di disponibilità della guardia medica, hanno successivamente allertato il 118. Un’ ambulanza è arrivata tempestivamente per soccorrere il piccolo. Gli stessi infermieri di turno sull’ ambulanza durante quella movimentata nottata, hanno tentato di sollecitare il medico di guardia, ma senza ottenere un riscontro positivo.
Immediata è scattata la denuncia dei più zelanti colleghi del dottore. Gerardo Marino è accusato, secondo l’ Articolo 328 del Codice penale, di rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Se l’ accusa fosse confermata, il medico rischierebbe dai sei mesi ai due anni di reclusione.