USA – Negli Stati Uniti si stanno cercando alternative valide che possano ridurre la sperimentazione animale in laboratorio. Una valida alternativa alla sperimentazione è la Biomimiks, una nuova tecnologia che permetterà il minor utilizzo di cavie per gli esperimenti nei laboratori. La sperimentazione animale non è sempre utile per testare nuovi farmaci, infatti è di questo parere Mukund Chorghade, responsabile scientifico della Empiriko Corporation e presidente di Thinq Pharma che ha affermato: “Testare nuovi farmaci sugli animali è un procedimento altamente costoso, con tempistiche molto lunghe, e spesso non si ottengono risultati del tutto soddisfacenti anche sacrificando un alto numero di esemplari“.
Durante la sperimentazione classica dei farmaci, sono usate le cavie a cui vengono somministrati i farmaci potenzialmente nocivi. Gli scienziati effettuano lo screening del fegato delle cavie per cercare delle tracce chimiche della scomposizione del farmaco. Questo procedimento si chiama profilo metabolico. Peccato che le tracce che si possono rilevare in un fegato di una cavia siano esigue e quindi si è costretti ad utilizzare numerosi animali per avere dei risultati definitivi.
Biomimiks è un sostituto artificiale che riproduce le funzioni del fegato umano in seguito all’esposizione, più o meno lunga, a singoli o multipli farmaci. Questa nuova tecnologia, presentata il 18 marzo al 247th National Meeting & Exposition of the American Chemical Society a Dallas, eviterebbe quindi questo sterminio di cavie. Biomimiks sfrutta un particolare gruppo di enzimi (i citocromi P450) che agiscono da catalizzatori, vale a dire che velocizzano i processi di scomposizione e smaltimento dei farmaci. Ma facendo tutto in una provetta anziché in un organismo vivente. inoltre è stato dimostrato che i dati raccolti tramite questo nuovo strumento sono molto più precisi e si ottengono in molto meno tempo rispetto a quelli derivanti dalla sperimentazione animale.
Purtroppo Biomimks non è ancora utilizzabile all’interno dei laboratori, nonostante sia già stata brevettata. Per poterla utilizzare, manca il via libera dalla Food and Drug Administration, l’ente americano che supervisiona alimenti e farmaci. Per avere l’approvazione ufficiale, il nuovo sistema deve dimostrare di funzionare almeno su cento farmaci. Al momento gli scienziati della ne hanno testati cinquanta ottenendo ottimi risultati.