Il governo Letta attua una politica schizofrenica: da un lato, aumenta il numero dei prefetti, nonostante siano già in numero superiore a quello delle province e si va, si dice, verso una abolizione di queste ultime, dall’altro, diminuisce il numero dei medici diminuendo di un anno la durata della loro specializzazione, lo rivela una inchiesta del quotidiano online “La Bussola.
I prefetti, prima del consiglio dei ministri del 17 dicembre scorso, erano 180; le province sono 105, per cui c’erano decine di alti funzionari con stipendi importanti senza alcun incarico; il 17 dicembre il governo ha nominato altri venti prefetti, che adesso sono in totale 207: in pratica cento persone percepiscono stipendi da alti dirigenti, senza avere niente da fare.
Nel frattempo, il governo, in una norma della legge di stabilità ha ridotto di un anno la durata della specializzazione per i medici per mere ragioni di cassa danneggiando economicamente diecimila medici tra i 26 e i trent’anni a cui erano stati promesso quattro anni di attività, si sottrae un anno all’attività di perfezionamento dei professionisti medici con tutte le conseguenze sul piano della sicurezza dei degenti e si toglie il 25% della forza lavoro degli ospedali che sono anche cliniche universitarie.
Non c’è dubbio che il governo Letta sia, usando le sue parole, “un governo del fare”; fare danni, verrebbe da dire.