Calabria, storia di “Cocò”, 3 anni, ucciso e bruciato nel seggiolino dell’auto

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Nicola Campolongo di 3 anni, “Cocò”, è morto domenica mattina a Cassano Ionio, nel Cosentino, bruciato sul seggiolino della sua auto dopo che qualcuno aveva ucciso lui, suo nonno Giuseppe Iannicelli e la ventisettenne marocchina Ibtissam Touss,

Cocò non ha avuto una vita felice, poiché piccolissimo nel penitenziario di Castrovillari insieme alla madre. Nel maggio scorso, suo nonno,  Giuseppe Iannicelli chiedeva la scarcerazione delle figlia e il suo ritorno a casa per occuparsi del piccolo Nicola e gli altri due bambini.

Antonia Maria, la mamma di Cocò, era stata arrestata il 10 giugno 2011, ma subito ottenne gli arresti domiciliari perché madre di bambini sotto i tre anni. Nel dicembre 2012 alla ragazza è stata revocata la misura e ha dovuto portare con sé il piccolo Nicola Jr in carcere, quando aveva solo due anni,poiché non poteva lascialo al nonno Giuseppe o alla sorella alla quale aveva già lasciato gli altri due figli nonostante l’altra (incinta) ne avesse due suoi, Dopo qualche mese il presidente della sezione penale di Castrovillari, Loredana De Franco, firmò la revoca della custodia cautelare in carcere per la madre, nonostante il parere negativo della Dda di Catanzaro. Ma qualche mese dopo Antonia Maria Iannicelli fu rimessa in galera, per violazione degli obblighi imposti dai domiciliari, perché dopo due anni di dinieghi da parte del tribunale, un giorno, nella primavera scorsa, prese i suoi tre bambini e andò a Catanzaro per farli vedere al padre,  Nicola Campolongo, detenuto presso il carcere di Siano .

Stavolta il piccolo Cocò rimase con il nonno e la zia, ma nessuno immaginava che avesse fatta una fine così atroce.