Gallarate – Un’operazione organizzata nei minimi dettagli, quella per il salvataggio di Domenico Cutrì, 32enne condannato all’ergastolo per omicidio, che è evaso ieri, appena dopo le 15, dal furgone penitenziario con cui stava transitando via Milano della cittadina di Gallarate in provincia di Varese. Il detenuto era stato trasferito dal carcere di Cuneo al Tribunale di Gallarate, dove avrebbe dovuto presenziare un processo, quando il furgone è stato assaltato da alcuni uomini e Domenico è stato sottratto alla custodia degli agenti di Polizia Penitenziaria. Il principale fautore della fuga di Cutrì sarebbe uno dei suoi due fratelli, Antonino, apparentemente ossessionato dal piano di salvataggio di Domenico e rimasto ucciso da alcune pallottole fatali, durante la sparatoria partita tra gli agenti che avevano in custodia il detenuto ed i membri del suo team di salvataggio. Anche altri tra i presenti sarebbero rimasti feriti, ma non mortalmente. Antonino è stato scaricato dalla madre all’ospedale di Magenta, nel milanese, ma per lui non c’era più nulla da fare. Il pm Raffaella Zappatini ha già interrogato i familiari dell’evaso: in particolare, di Daniele, il terzo, si sa che domenica sera avrebbe intrapreso una gita a Napoli con un amico, ma una voce, poi smentita, lo aveva visto costituirsi ieri sera all’ospedale, a causa di una ferita al piede.
La caccia all’evaso è aperta in tutta la regione, in particolare in provincia di Novara, luogo in cui avvenne l’omicidio per cui Domenico Cutrì è stato condannato all’ergastolo: l’uomo aveva partecipato all’uccisione di Lukasz Korbzeniecki, un giovane polacco, nel lontano 2006, insieme con Manuel Martelli e Luca Greco, anch’essi condannati, ma rispettivamente a 16 ed a 3 anni di carcere. Si trattò di un delitto passionale: il ragazzo aveva osato fare apprezzamenti di troppo sulla ragazza di Cutrì. Oggi il legale della famiglia della vittima esprime lo choc vissuto da chi non si sarebbe mai aspettato la fuga dell’ergastolano ed i posti di blocco per la cattura dell’evaso si sono moltiplicati nelle zone in cui si crede che egli si possa rifugiare. Le due auto usate per il salvataggio di Domenico Cutrì sono state entrambe ritrovate: rubate stesso ieri con rapina a mano armata, si tratta di una Nissan, in cui sono state ritrovate numerose armi, e della Citroen C3, con cui la madre dei due fratelli ha portato Antonino all’ospedale, ormai senza vita. La donna ha spontaneamente testimoniato l’ossessione del figlio di permettere l’evasione di Domenico, anche a costo della propria vita, ed ha affermato di essere stata avvisata delle condizioni di Antonino da uno sconosciuto, che le avrebbe portato l’auto ed il corpo del figlio fin sotto casa e poi lasciata poco prima dell’ospedale, dileguandosi misteriosamente. Questa versione dei fatti, tuttavia, non ha convinto la Polizia: la madre di Antonino ha affermato di essersi recata nel parcheggio del pronto soccorso dell’ospedale di magenta, subito dopo aver scaricato lo sconosciuto, ma la realtà è che la Citroen C3 è stata ritrovata soltanto fuori dalla struttura ospedaliera, anche se poco distante.