Avere un marito mammone si rivela spesso la causa di tanti divorzi, tanto che quest’elemento è diventato la possibile ragione di annullamento dell’unione coniugale anche per la Chiesa: lo conferma monsignor Paolo Rigon, vicario giudiziale, nella relazione introduttiva all’apertura dell’anno giudiziario ecclesiatisco. Di fatto, “la dipendenza patologica dai propri genitori, insomma il ‘mammismo’, per cui per ogni mossa è necessaria l’approvazione del genitore, è causa di incapacità di assumere gli oneri coniugali”, proprio perché il genitore del coniuge diventa psicologicamente il vero coniuge.
La causa della diffusione così allarmante del “mammismo” è stata ricondotta da monsignor Rigon al fenomeno per cui giovani ed adulti psicologicamente immaturi si ritrovano a sposarsi e, non sapendo provvedere a se stessi od alla famiglia formata con il coniuge, vengono letteralmente “impersonati” dai genitori. Comunemente si tratta della madre ed il matrimonio sopraggiunge prematuramente per lo più con funzione riparatoria, nel momento in cui il frequentatore del giovane immaturo si ritrovi in stato interessante e si debba ricorrere al rito matrimoniale per la tutela dell’imminente nascituro.
Secondo il vicario, anche le problematiche di tipo sessuale in aumento possono costituire un vero e proprio impedimento alla vita di coppia e conseguentemente all’unione coniugale: tutto si riconduce all’età adolescenziale, in cui pare che gli adolescenti siano maggiormente esposti a crisi psico-fisiologiche. Purtroppo, calati nel contesto storico attuale, che vede la gioventù sempre più allo sbando e priva di una direzione di vita, gli adolescenti italiani risultano la logica conseguenza dell’orientamento che, ormai, generazioni e generazioni precedenti hanno trasmesso ai propri discendenti.