Grand Budapest Hotel : il nuovo film di Wes Anderson

 

 

Grand Budapest Hotel

E’ uscito nelle sale il 10 Aprile e non smette di far parlare di se e di catturare pubblico appassionato di film di genere “Grand Budapest Hotel”, per la sapiente regia di Wes Anderson e con un cast da vertigine cinematografica: Ralph Fiennes, Bill Murray, Edward Norton, Jude Law, Owen Wilson, Adrien Brody e altri. Il set è tedesco, Berlino e dintorni, così come a Berlino il film ha già raccolto i primi consensi, con la vittoria dell’Orso d’Argento per la regia e la Nomination all’Orso d’Oro nell’ omonimo Festival. Grand Budapest Hotel è stato girato nell’anno solare 2013 ed è uscito nelle sale americane agli inizi di Marzo (7), 2014, per la regia, sceneggiatura e produzione di Anderson. Il cineasta è interprete di una originalissima modalità di approccio alla macchina da presa e ciò si nota in “Grand Budapest Hotel” ancor più che in “Moonrise Kingdom”, uscito nel 2012. Anderson ha mescolato carte su carte, forse anche quelle che non aveva in mano, portando a compimento con un “valzer” di emozioni un prodotto di comprovato spessore artistico ancor prima che cinematografico.

 

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La sensazione davanti al grande schermo è che “Grand Budapest Hotel” si possa, a tutti gli effetti, considerare unanimemente un capolavoroQuesto perchè, come appena accennato, il film è una girandola di emozioni, il che è davvero eccezionale dato che “Grand Budapest Hotel” è e deve essere considerato una commedia. Per questo è un prodotto che difficilmente avrà rivali nel genere, si provi ad immaginare una commedia che, oltre a far sorridere, regala per la maestria della sceneggiatura abbinata alla regia un mondo di sensazioni ed emozioni.

 

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La particolarità della regia di Anderson, che in “Grand Budapest Hotel” risulta più che mai accentuata, è la capacità del regista di esentare la trama e la storia raccontata da un qualsiasi “problema”. I personaggi rappresentati e raccontati, infatti, interagiscono fra loro privi di qualsivoglia opposizione o contrasto: questa è la speciale capacità di portare sullo schermo la “finzione” dell’ “arte cinema” associata alle caratteristiche umane dei personaggi Andersoniani. La storia narrata è divisa in cinque atti ed è ambientata in un luogo immaginario a cavallo fra le due Guerre. La “location” delle gesta dei due protagonisti (M.Gustave, Zero) (Ralph Fiennes, Tony Revolori) è il Grand Budapest Hotel, ubicato nella fantasiosa Zubrowka, terra in cui Gustave è il proprietario e protagonista di una vita sfarzosa e geniale, amante e seduttore di attempate dame onerose, mentre Zero è il Lobby Boy che nulla vuole, in cambio rispetto a se stesso protagonista nell’ Hotel, un “garzoncello” che rappresenta l’uomo che impara un lavoro e lo porta umilmente a compimento in vita dopo la scomparsa del maestro (Gustave in questo caso).

In uno scenario, l’ Hotel, che già prima di Anderson è stato fonte di ispirazione di grandi film, di innumerevoli girati, il regista è stato capace di girare un film ambientato in hotel non solo inventandosene uno, ma facendo molto più, adattando l’ambiente immaginario alle caratteristiche dei personaggi che lo popolano. Sapiente, inoltre, il cambio di formato, passando con disinvoltura nei già stati: 1,85:1; 2.35:1; 4:3Grand Budapest Hotel è dedicato ed ispirato ad un famoso scrittore austriaco degli anni 20, Stefan Zweig, con uno sguardo, per quanto riguarda i formati, alle opere di Wilder e Lubitsch. Unico neo di questo capolavoro è la durata (100 minuti), che è forse un po’ eccessiva rispetto alla modalità di regia.

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