Clint Eastwood : Jersey Boys. La recensione

Jersey Boys“Jersey Boys” è il nuovo film di Clint Eastwood, uscito nelle sale cinematografiche italiane Mercoledì 18 Giugno 2014. “Jersey Boys” è un film tratto dal musical omonimo di Marshall Brickman & Rick Elice e la sceneggiatura di John Logan. Il nuovo film di Clint Eastwood racconta la storia del gruppo musicale “The Four Seasons”, le cui origini sono del New Jersey (da qui il titolo del film), nati nel 1954 con il nome “The Four Lovers”, passati a “The Four Seasons” nel 1960 e dal 1967 conosciuti  definitivamente con il nome di  “Frankie Valli & The Four Seasons”, nome che trae origine dal nome proprio del cantante, Frankie Valli. Gli altri componenti del gruppo sono Bob Gaudio  alle tastiere, Tommy De Vito alla chitarra e Nick Massi al basso, al quale sono seguiti Charles Calello e Joe Long.
“Jersey Boys”, della durata di 135 minuti, è stato prodotto negli USA dalla Warner Bros e Gk Film. Il musical dal quale è stato tratto è approdato a Broadway nel 2005.

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“Jersey Boys” prende il via raccontando la prima gioventù dei protagonisti, che nel Jersey tiravano a campare di espedienti come furti e storie strane. I giovani proseguirono con questa modalità di vita fintanto che conobbero il successo, che però nella persona di Tommy DeVito non placò la girandola di denaro non proprio pulito. All’ inizio, gli “affari non troppo puliti” del gruppo – allora conosciuto come “The Four Lovers” – consistevano nel possesso di un magazzino di merce illecita, per lo più abbigliamento, liquori e tabacco. Il tutto era orchestrato sempre da Tommy DeVito che gestirà, oltre a questo e fin dall’inizio, anche gli affari del gruppo, giostrando sempre nel debito a personaggi non troppo raccomandabili.

Il gruppo dei “The Four Lovers”, originariamente composto da tre elementi, si completerà poco dopo con l’ aggiunta di Bob Gaudio, autore di testi e tastierista, mente melodica del gruppo, che con il cantante Frankie Valli raggiunge presto il successo, condividendo assieme a lui vita, affetti, gioie, dolori e debiti. La vita del gruppo è legata soprattutto – ed il film ne dà risalto – alle storie di debiti di Tommy DeVito e le storie e vicende familiari di Frankie Valli. Dal punto di vista squisitamente tecnico, “Jersey Boys” è un ottimo lavoro di Eastwood sotto vari punti di vista. Innanzitutto, la storia è ben raccontata: la trama pone l’ accento sugli avvenimenti davvero importanti e, senza voler puntare troppo su eventi precisi, narra le vicende di “The Four Seasons” per la vita intera del gruppo, dagli esordi ai tempi più recenti. Un elogio particolare va alla fotografia di Tom Stern, a cui il girato fornisce particolare risalto.

La scelta registica più di impatto è però rappresentata dalla voce dei protagonisti del gruppo che parlano direttamente al pubblico seduto in sala, il che ha un duplice effetto: coinvolgere lo spettatore e dare importanza all’ innegabile stile, in taluni punti tendenti al “documentarismo”, della pellicola. “Jersey Boys” inoltre, offre ampio risalto alle canzoni del gruppo, che unito al resto fa del film un’ opera eclettica, stile musical ma biografico, e drammatico al tempo stesso. Un plauso va all’ intero cast, che ben orchestrato arriva a render bene l’ idea della storia del Jersey negli anni Sessanta e Settanta, portando con le rispettive performance sceniche un giusto tocco vintage. A tal riguardo molto belli i costumi indossati da tutti i protagonisti, con  una particolare cura agli abiti con cui “The Four Seasons” si esibiscono sui vari palchi nell’ intero corso della storia.

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La stampa italiana ed estera è ambivalente in merito al giudizio finale sul nuovo lavoro di Eastwood. “Jersey Boys” è un film che a prescindere ben figura, non risulta male, ma non per forza è apprezzato ad oggi nella sua interezza. Parte della stampa critica le scelte registiche di Eastwood, più nello specifico l’ ambiguità della stampa può essere associata all’ altrettanta ambivalenza del film, che è sia musical, sia biografico; qualche critica arriva pure sul contenuto, ma comunque non di rado si trovano parecchi giudizi positivi, comprendendo che la vera forza della pellicola è riscontrabile nella leggerezza che fa scorrere linearmente il tutto, tenendo lo spettatore motivato all’attenzione.