“Aiuto, siamo schiavizzati”: operai lanciano l’allarme dalle etichette

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Le etichette mostrate al Mirror dalle clienti

Londra – Sembra la scena di un film dell’orrore, ma è una storia vera: alcuni operai sfruttati hanno comunicato con il mondo tramite le etichette dei vestiti che producono. E’ ormai il terzo caso nel Regno Unito, dove i prezzi della famosa firma Primark hanno sempre insospettito l’opinione pubblica: si tratta di una delle catene di abbigliamento inglesi più importanti dello Stato. Anche le autorità si sono insospettite parecchio sulla vicenda, poiché in passato si vociferava che la società utilizzasse manodopera asiatica per la produzione dei vestiti tanto competitivi sul mercato.

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Però la Primark ha smentito tali “calunnie” sostenendo di rispondere ad una politica eticamente molto rigida nei confronti della tutela dei lavoratori. Lo sfruttamento sarebbe dunque l’ultima delle ipotesi plausibili, almeno secondo quanto riferito dalla stessa azienda, ma non è quanto appare dalle etichette nascoste nei capi d’abbigliamento venduti alle clienti inglesi. Infatti molte di loro non hanno trovato fin da subito il messaggio segreto e la faccenda è uscita allo scoperto molto tempo dopo avvenuta segnalazione, considerando gli eventuali tempi di spedizione dei capi dall’Asia al Regno Unito.

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Le etichette in questione denunciano con messaggi abbreviati le condizioni di lavoro, che sarebbero “degradanti” e “con turni massacranti”. Al Mirror una delle clienti che ha trovato il messaggio si è detta mortificata per quanto accaduto e soprattutto per non aver segnalato prima la il ritrovamento: “Ho scoperto quell’etichetta nascosta molto tempo dopo aver comprato un vestito, avrei voluto essermene accorta prima per poter denunciare subito questa storia.”