Uber, la protesta dei taxisti: in migliaia in piazza a Torino

Da stamane alle ore 9, la “rivoluzione” dei taxisti italiani contro il brand Uber si è spostata a Torino. Circa 2000 professionisti hanno raggiunto la città piemontese, che è anche sede dell’ Authority di regolazione dei Trasporti, per ricevere una risposta seria e definitiva sulla presunta legittimità del servizio di car sharing. In attesa che ad esprimersi sia proprio il Presidente dell’ Authority Andrea Camanzi, entrambe le parti prese in causa sono ben intenzionate a far prevalere le proprie ragioni. Nel mezzo, lo staff del “Secolo XIX” che lamenta una mancata solidarietà ai propri reporter presi d’ assalto dai tassinari genovesi. “I taxisti sono stati spesso in prima linea nella difesa della libertà di stampa e prima ancora di parola (di questo li ringraziamo) quando si è trattato di solidarizzare con cause lontane, dal Tibet alla strage di Charlie Hebdo – riporta una nota stampa rilasciata dalla redazione del quotidiano ligure, che aggiunge amaramente – La tensione in questo caso è stata stemperata grazie all’ intervento della Polizia. Ma riteniamo che, in una città italiana e durante una manifestazione pacifica, un giornalista non dovrebbe aver bisogno dell’ intervento della forza pubblica”. In merito alla discussa sentenza di Genova si è anche espresso il General Manager Uber in Italia Benedetta Arese Lucini. “La motivazione della sentenza conferma che il servizio offerto da Uber non è in nessuna maniera un taxi abusivo“, premette la Lucini. “Infatti se il servizio di taxi è un trasporto pubblico (sebbene non di linea) e come tale obbligatorio, caratterizzato da tassametro, partenza dalle piazzole riservate ed utenza indifferenziata, Uber è cosa del tutto diversa. Uber – spiega la General Manager – E’ condivisione volontaria della propria auto per esigenze di mobilità privata all’ interno di un social network (anche se le verifiche e le garanzie a favore degli utenti sono – in termini di sicurezza – addirittura maggiori che nel servizio di taxi). Permane comunque – conclude la Lucini – la necessità di provvedere ad una nuova ed organica normativa del settore del trasporto e della mobilità, che tenga conto delle nuove tecnologie che di fatto lo hanno già rivoluzionato, a vantaggio della collettività e per una maggiore vivibilità delle nostre città”.
A favore dei taxisti si schiera, invece, l’ Assessore ai trasporti della Regione Liguria Enrico Vesco, che chiede al Ministro Lupi di fare chiarezza in materia di trasporti regolamentati. “Al di là delle singole sentenze va valutata con estrema attenzione la tensione di questi momenti che ci dice che è giunto il tempo di fare chiarezza una volta per tutte – sottolinea Vesco – Il Governo dovrebbe predisporre atti concreti contro l’ esercizio abusivo dell’ attività e soprattutto tolga ogni dubbio su quanto è lecito e quanto no”. La crociata dei tassinari contro Uber, intanto, continua.