Avengers: Age of Ultron, l’ultimo film in cui i più famosi eroi di casa Marvel si trovano ad affrontare una nuova e grande minaccia che rischia di “gettare” la Terra in mano a forze ostili. Questa volta, però, non parliamo di alieni provenienti da chissà quale universo, bensì di una creatura (creata proprio da uno dei Vendicatori) la cui intelligenza riesce a mettere in crisi Iron Man, Hulk, Occhio di Falco, Captain America, la Vedova Nera e Thor arrivando a farli dubitare non solo della propria lealtà nei confronti del gruppo diligentemente creato dalla mente di Nick Fury, ma anche delle proprie capacità. L’uscente regista Joss Whedon sarà riuscito a creare un film minimamente all’altezza del primo The Avengers?
Il film Avengers: Age of Ultron non può essere visto senza aver preso visione di due dei tre film precedenti: Iron Man 3, Captain America: The Winter Soldier e Thor: The Dark World (ovviamente tralasciando il primo capitolo). Si tratta, come forse era ovvio, di una conseguenza di queste tre pellicole messe insieme che arrivano a un unico punto focale: la distruzione di Ultron. Preparatevi, quindi, alla solita ironia fortemente voluta da Stan Lee e un insieme di battaglie senza respiro che non mi hanno dato il tempo di riflettere sull’intreccio. Andiamo con ordine.
Avengers: Age of Ultron inizia con i sei Vendicatori intenti a voler recuperare lo scettro del fratello cattivo di Thor, tenuto in custodia dal Barone Strucker rifugiatosi nella roccaforte di Sokovia che rappresenta nient’altro che il Forte di Bard. Tale fortezza è, modestamente, tutta italiana e visibile nel borgo di Bard in Valle d’Aosta trovato dopo mesi di ricerche in tutta Europa. Ed è proprio all’inizio del film che si entra in contatto con altri due personaggi: i gemelli Wanda e Pietro Maximoff, ovvero Scarlet e Quicksilver interpretati da Elizabeth Olsen e Aaron Taylor-Johnson. Prima antagonisti dei Vendicatori e poi alleati, riescono nell’impresa di aggiungere un po’ di pathos durante i vari trailer e recensioni precedenti all’uscita del film.
Ricordate quando si leggeva su vari articoli di internet della morte di uno dei vendicatori e quando nei trailer si vedeva lo scudo di Captain America rotto? Paradossalmente, l’entrata nel film di questi due nuovi personaggi risponde alle domande appena formulate. Scarlet, con il potere della telecinesi, riesce a manipolare la mente delle persone portando il miliardario Tony Stark a creare Ultron, un robot con intelligenza artificiale, perché impaurito dalla visione dei suoi compagni morti proprio per effetto di Scarlet.
Un programma, tenuto volontariamente nascosto a 4 elementi del gruppo, destinato alla protezione del mondo e miseramente rivoltatosi contro la volontà del suo creatore Tony Stark. Così, dalle macerie di un robot e con l’intelligenza creata grazie allo scettro di Loki, prende vita Ultron. Nato per errore, ora il suo intento non è soltanto quello di distruggere gli Avengers, ma tutta la razza umana fino a portarla all’estinzione. Ne nascerà così una guerra che avrà il suo culmine proprio nella città di Sokovia.
Tra la guerra che incombe in una città spersa nelle montagne della Valle d’Aosta e la volontà di Ultron, sapientemente interpretato da James Spader tramite motion capture, Joss Whedon mette in evidenza tre dei personaggi leggermente bistrattati nel primo Avengers: Hulk, la Vedova Nera e Occhio di Falco. Certo, se Hulk non possiamo fare a meno di metterlo in risalto per l’epico (a suon di pugni e distruzione) litigio con Iron Man che da solo vale il prezzo del biglietto, in questo caso devo sottilineare il romanticismo tra Mark Ruffalo e Scarlett Johansson, l’unica in grado di mettere a tacere attraverso una “ninna nanna” l’ira del mostro verde. Ma il cuore di tutto il film è proprio colui che non mi sarei mai aspettato: Occhio di Falco.
Jeremy Renner mi è sempre apparso come la nota stonata, il Robin Hood racchiuso in un gruppo composto tra dei e leggende viventi. Proprio grazie a questa nuova pellicola si riesce finalmente ad apprezzare il lato nascosto di un uomo di famiglia, che fa di tutto per tornare a casa dalla propria moglie e i propri figli dopo una battaglia contro dei robot creati da Ultron stesso e salvato da morte certa grazie all’intervento di Quicksilver, l’unico Avenger a soccombere in tutta la pellicola.
Il personaggio che ha pienamente rispettato le mie aspettative è Visione, una forma di vita artificiale ma con carattere puro e innocente interpretato da Paul Bettany (conosciuto meglio come Jarvis in Iron Man). Joss Whedon ha faticato parecchio per rappresentarlo sul grande schermo ma la progenie di Ultron rappresenta l’unica figura in grado di riunire gli Avengers cambiando radicalmente le sorti della storia. Alla fine, infatti, è proprio lui a dare il colpo di grazia a Ultron.
Avengers: Age of Ultron mi è sembrato un film all’altezza del genere Marvel ma con troppe buone intenzioni morte prima di nascere. Joss Whedon ha tentato in ogni modo, seppur la sua voglia esaudita di abbandonare la scena, di tenere tutti in riga e di dare il giusto spazio a ogni personaggio. Ma, alla fine, tale pellicola è risultata tanto aperta quanto complessa. La trama è talmente fitta di colpi di scena ed emozione che non mi ha mai minimamente portato a paragonarlo al primo. Certo, ammetto che le risate non sono mancate: le battute di Thor con Visione sono veramente spiritose. Insomma, il film non ha niente da invidiare al primo ma mi è sembrato molto un prequel per quelli che saranno Avengers: Infinity War Parte 1 e Parte 2 diretti, questa volta, da Anthony & Joe Russo con antagonista colui che appare proprio dopo i titoli di coda: Thanos. Purtroppo usciranno solamente nel 2020 e quindi il testimone passa di diritto a Captain America: Civil War.