Manifestazione No Expo, la voce di chi c’era. Intervista esclusiva VNews24

Manifestazione No Expo

In questi giorni i media internazionali ci hanno “assaliti” di news, aggiornamenti e video provenienti da Milano e da Expo 2015. Abbiamo tanto sentito parlare della grande difficoltà nel costruire i padiglioni e nell’estremo ritardo per il completamento dell’intera struttura. Sono stati venduti oltre 400mila biglietti in soli due giorni di Esposizione Universale e, ministri e uomini di politica, si dicono estremamente soddisfatti per l’accaduto.

Abbiamo anche sentito parlare di una manifestazione, iniziata proprio il giorno in cui Expo è stata inaugurata, detta appunto No-Expo. Tutti coloro che ne hanno sentito parlare per i telegiornali si sono fatti, forse, un’idea sbagliata riguardo alle loro idee e alle loro volontà, ed è anche abbastanza plausibile visto quanto è effettivamente accaduto. Dobbiamo, però, fare una differenza tra coloro che hanno manifestato pacificamente e coloro che hanno deciso di organizzarsi per distruggere Milano. Così, per sciogliere ogni dubbio, ho deciso di intervistare qualcuno che ha partecipato attivamente a tale manifestazione, così da poter cogliere il loro punto di vista e capire (dall’interno) il motivo per cui hanno voluto manifestare. Abbiamo voluto garantire l’anonimato e riportare integralmente il discorso dell’intervistato cosicché il lettore possa farsi un’idea in maniera autonoma

Di seguito l’intervista.

Benvenuto a VNews24. In primis, racconta ai lettori qualcosa di te. Cosa fai nella vita? Sei uno studente?

Si sono uno studente di Roma, sono all’ultimo anno del liceo scientifico e milito in un centro sociale e ho 19.

Centro sociale? Puoi spiegare ai nostri lettori in breve cosa significa?

Da spiegare scritto è pressoché impossibile. Ci provo ma non sarà mai come la realtà. I centri sociali sono spazi dove si fanno attività sociali culturali e politiche. In quello dove milito io abbiamo una scuola popolare, un osteria popolare, ci sono svariate attività come corsi di ballo, progetti teatrali. C’è la redazione di progetti di informazione indipendenti con l’attività politica che condiziona il tutto. All’interno dei centri sociali si praticano forme di autogoverno, noi facciamo vedere nel pratico quella che è la nostra idea di società dentro quegli spazi e dentro i territori. Per i più ignoranti, non nel senso che ignorano di cosa si tratti, sono spazi spesso abbandonati o soggetti a speculazioni che vengono occupati da un collettivo che crea un progetto su di esso per ridarlo al territorio, nei collettivi non ci sono capi ne nulla, sono tutti allo stesso livello e si prova sempre a raggiungere una sintesi che accordi tutti. Ribadisco, da spiegare per iscritto è veramente difficile.

Perfetto. Era soltanto per far capire a grandi linee cosa vuol dire. Bene, a questo punto arriverei direttamente al succo della questione. Uno studente di Roma che si reca a Milano per manifestare. Perché?

Perché expo rappresenta tutti quello contro cui mi batto ogni giorno. Rappresenta precarietà, sfruttamento, devastazione di territori, spreco di risorse sia umane che di denaro, potrei continuare all’infinito. Expo è la vetrina del capitalismo dove tutto sembra perfetto e fatto per il bene dell’umanità ma effettivamente è qualcosa pieno di una retorica vile che inganna le persone. Poi non mancano i collegamenti tra expo e Jobs Act, Buonascuola, Sblocca Italia e piano casa dell’attuale governo. In ogni caso rifiuto in generale l’idea su cui si fonda expo, non solo quello di Milano.

Quindi sei andato nel profondo della questione e ti sei informato abbastanza. Non credi che il tuo punto di vista possa essere sbagliato, magari nei confronti di coloro che vi hanno visto manifestare?

Io sono convinto di quello che faccio e sono convinto delle pratiche che porto in piazza per manifestare il mio dissenso. Capisco chi non la pensa come me sotto un cento punto di vista ma allo stesso tempo credo che chiunque abbia a cuore principi come l’eguaglianza e la difesa dei territori, chiunque abbia la volontà di avere una vita dignitosa e in pace non può non opporsi a Expo. Credo quindi che la maggior parte dell’opinione pubblica che la pensa così e non prova disprezzo per Expo si lascia troppo abbindolare dalla retorica di expo e dei media.

Quindi mi stai facendo capire che Expo è nata per nascondere dei problemi più grandi. Credi che i media non parlino di ciò che c’è dietro? Se sì, secondo te perché non lo fanno?

I media, o per lo meno alcuni, sono la principale arma con cui “i capi” (se così si possono chiamare) manipolano l’opinione pubblica a proprio piacimento nascondendo così le forti contraddizioni presenti nel capitalismo. Non si può parlare di cibo sano e allo stesso tempo usare come sponsor le più grandi multinazionali del cibo spazzatura, non si può parlare di difesa dei territori e dell’ambiente e trasformare Milano in una skyline dove chiunque si sente insignificante, non puoi parlare di pace e culture se tra i principali finanziatori di expo ci sono alcune delle principali multinazionali di armi al mondo e se concedi uno dei padiglioni principali a Israele, artefice della possibile distruzione di un intera etnia. Expo serve solo a far arricchire le multinazionali e a far crescere i grandi capitali ovviamente sempre a discapito dei più deboli, per fare questo hanno bisogno di una maschera di buonismo e di una forte rete informativa che riesca ad abbindolare per bene l’opinione pubblica così da evitare intralci di alcun tipo e a far passare chi non si lascia abbindolare come il nemico e la causa di tutti i mali.

Perfetto. Voi eravate a Milano per manifestare in maniera pacifica, o almeno questo ci hanno fatto capire i media internazionali. Ma ci sono state persone, gruppi organizzati che sono venuti lì solamente per distruggere il lavoro di chi si è spaccato la schiena e per tentare di dar da mangiare ai propri figli. Cosa pensi di questa contrapposizione? Secondo te è giusto passare da un eccesso all’altro?

Prima di tutto va fatto un chiarimento, io non sono una persona violenta ma allo stesso tempo non credo che le cose cambieranno con manifestazioni interamente pacifiche. Credo sia necessario prendere la rabbia che è nelle persone e dargli un senso, evitare che quella rabbia diventi qualcosa di ingestibile e che arrechi problemi a altre persone che magari hanno gli stessi problemi di chi manifesta. Noi in quella piazza abbiamo dimostrato come sia possibile far convivere insieme il conflitto con il consenso tramite un’azione alla Commissione Europea per portare il tema dell’immigrazione all’interno di quel contesto. (Io non ho partecipato in prima persona all’azione ma comunque facevo parte dello spezzo che l’ha fatta. Io dovevo fare cordone per evitare infiltrazioni o cariche della polizia da altre vie e quindi per far si che l’azione si svolgesse senza problemi). Quindi credo che se si riesce a dare un senso alla rabbia della gente questa possa essere utile. Di conseguenza non posso che rifiutare chi porta in piazza pratiche totalmente irrazionali che spesso finiscono per colpire chi si prova a difendere.

Allo stesso tempo però non credo siano questi individui il mio nemico, in questo caso si tratta del cosiddetto blocco nero. L’anarchismo insurrezionale esiste da secoli, c’è chi crede che devastare luoghi sia la giusta pratica per poter ottenere dei risultati. Io non condivido questa pratica ma allo stesso tempo credo che chi manifesta così non è il mio nemico finché le azioni che fanno non comportano dei problemi per chi prova a manifestare diversamente. A Milano questo non è successo, il corteo si è autotutelato alla perfezione. Chi ha voluto creare il panico lo ha creato ma nessun manifestante innocente ci è andato di mezzo. Gli unici a esserci andati di mezzo sono i proprietari delle cose che hanno distrutto e per questo sono da condannare certe pratiche. Ma quando vedo una banca andare a fuoco provo totale indifferenza, non mi dispiace per il proprietario della banca come mi può dispiacere per quello di un utilitaria. I colpevoli dell’esasperazione della gente in qualche modo devono pagare e c’è chi crede che quello sia il giusto mezzo. Poi ovviamente i media giocano un ruolo fondamentale, ma tanto ci remeranno sempre contro.

Riassumendo non sono d’accordo con chi da fuoco alle macchine per qualsiasi motivo, ma chi si arrabbia oltre a doversela prendere con il diretto artefice di quel danno dovrebbe prendersela soprattutto con chi ha portato quella persona a fare tale azione e con chi non gli permette di avere una situazione socio-economica tale da poter riparare autonomamente ai danni fatti. Finché le persone saranno tenute a fare la fame saranno sempre attaccate alle poche cose che hanno e che gli permettono di sopravvivere e quindi saranno sempre contro chi li priva di queste cose. Manca il ragionamento di risolvere il problema alla radice.

Non credo che il tuo pensiero sia totalmente da rigettare, sono a conoscenza del fatto che vi sono stati dei modi non proprio consoni per arrivare a creare una manifestazione di questo genere. Ma con gli occhi del mondo addosso credo che manifestare in questo modo faccia solamente che portare altro male al nostro Paese. Non credi, quindi, che queste manifestazioni dovessero esser fatte prima e non quando i giochi erano oramai conclusi?

Bella domanda e soprattutto difficile, di mobilitazioni se ne fanno e se ne sono fatte, di portata minore sicuramente. È ovvio che ha più senso mobilitarsi prima che si faccia qualcosa ma forse per expo la situazione è diversa. Expo è stato approvato svariati anni fa ma effettivamente di cosa si tratta lo si può capire solo quando si tocca con mano. Lo capisci quando passi sotto a un grattacielo e ti senti più piccolo di una formica, lo capisci quando una città si riempie di telecamere, lo capisci quando spariscono tutti i graffiti da una città e potrei continuare all’infinito. Si è potuti arrivare a mobilitazioni del genere solo perché la gente ha potuto toccare con mano cosa effettivamente è Expo. Poi expo non è un semplice evento che finisce a settembre, expo impone un vero e proprio modello di società che non rimane chiusa a Milano. Expo come ho spiegato prima è il capitalismo quindi diciamo che non ha una data d’inaugurazione. Poi diciamo che la puntualità non è mai stata il nostro forte.

Credo solamente che manifestare tirando uova contro delle persone che espongo la bandiera italiana sul proprio balcone mi sembra, a dir poco, fuori luogo. Manifestare e protestare è un diritto, tutti possiamo farlo fin quando non andiamo a intralciare la vita e la tranquillità delle persone che ci sono intorno a noi. Un evento di questa portata deve essere ovviamente fatto nei modi più giusti possibile, senza creare “brogli” o maldicenze. Generalizzare, però, mi sembra comunque sbagliato ma rimane il mio punto di vista che può essere più o meno condivisibile.

Credo che un evento di questa portata non debba essere proprio fatto soprattutto in base alla situazione del nostro paese. Poi come ho già detto anche io non condivido certe pratiche ma allo stesso tempo le capisco.

Infine, ti chiedo. Hai partecipato e parteciperai ancora a manifestazioni contro Expo, giusto? La gente pensa: vediamo manifestare ormai contro ogni cosa, la gente scende in piazza per protestare contro coloro che hanno potere e poi dobbiamo raccogliere i cocci. L’intento vostro in fondo qual è? La gente vede solo confusione dove, forse, non c’è e non è facile convincere qualcuno quando si vedono macchine incendiate e poliziotti picchiati mentre fanno il loro lavoro. Quindi, per concludere, cosa diresti per far capire che ciò che fate è giusto?

Si parteciperò ancora a mobilitazioni contro expo e contro tutto ciò che rappresenta. L’obiettivo resta sempre lo stesso, per quanto utopico, fare la rivoluzione (risata, ndr). Sono giovane e mi posso permettere di sognare. Solo che ovviamente non si può fare in 50mila, serve una maggiore fetta di consenso e di consapevolezza. Il cambiamento si costruisce nei territori, dal basso, praticando forme di autogoverno partecipate dai cittadini comuni. Per quanto utopico possa pensare basta guardare a Kobane dove i curdi oltre a essere riusciti a sconfiggere l’Isis praticano tutti i giorni forme di autogoverno che fanno impallidire le più avanzate costituzioni del pianeta in termini di diritti umani. Poi quello che faccio io credo sia giusto, quello che fanno altri credo sia meno giusto (per prendere le distanze da chi saccheggia e devasta città come se nulla fosse). Quindi per far capire alla gente che quello che faccio è giusto consiglio di spegnere la televisione, chiudere i giornali dei “capi” e conoscere cosa sono effettivamente di centri sociali, partecipando ai progetti sociali e culturali, consiglio di informarsi da chi le cose se le vive sulla pelle. E soprattutto consiglio di non cercare sempre la via più facile che tende sempre a puntare il dito contro chi non è il vero nemico da contrastare.

Ti ringrazio per il tempo dedicato a questa intervista.

Grazie a te, sono felice di fare cose del genere.