“Vendo mio figlio”, l’annuncio choc sul web. Padre arrestato

figlio

Vendere la propria progenie per potersi permettere una bella casa in Russia. L’annuncio choc è stato postato in rete nella scorsa settimana da un uomo kazako di appena 24 anni, che non ha mostrato il benché minimo ripensamento quando si è trattato di mettere all’asta il proprio figlio di appena tre anni. Il giovane padre, residente a Lipetsk, ha pensato di sbarazzarsi del proprio figlio per la modica cifra di 1,5 milioni di rubli (23.800 euro) e solo l’intervento della Polizia ha messo fine a questa assurda compravendita, alla cui base vi è una motivazione ancora più futile ed allucinante.

VITE ALL’ASTA. “Comprate mio figlio”: un appello che, in un primo istante, poteva assomigliare ad uno scherzo di cattivo gusto. Non vi era, però, nulla di ironico né di goliardico dietro quelle tre semplici parole che componevano lo choccante annuncio. Il bimbo, divenuto in brevissimo tempo mera merce di scambio, è stato dato in affidamento temporaneo, in attesa che le indagini sul padre-venditore vengano concluse mentre il genitore, arrestato dalla Polizia intervenuta a seguito delle segnalazioni di almeno una decina di internauti sconvolti dall’annuncio, ha giustificato così la folle idea di vendere il proprio figlio on-line: “Pensavo di trovare buoni genitori per mio figlio. Pensavo di comprare una casa in Russia con i soldi guadagnati con la vendita di mio figlio”.

Una motivazione che ha fatto accapponare la pelle al Presidente dello Sportello dei Diritti Giovanni D’Agata, che ha commentato lo spregevole episodio con toni molto duri. “E’ una storia senza dubbio al limite del reale, il cui unico lato positivo sembra essere l’assenza di un epilogo ancor più triste. Simili fatti – continua D’Agata – dovrebbero farci riflettere perché la povertà può portare anche ad un annuncio tanto assurdo da rischiare di passare inosservato. Inoltre anche questa notizia di cronaca dovrebbe però farci riflettere sul fatto che la vita dei bambini è sacra fin dal concepimento”. Lo scellerato padre di Lipetsk, che sognava una bella casa in Russia a spese del proprio figlio, rischia ora di trovare domicilio nelle meno comode prigioni per ben 10 anni.