Omicidio Ismaele, parla la ragazza del killer: “Lo aspetterò”

Ismaele Lulli

Sant’Angelo in Vado (PU) – “Igli era geloso. Io ho cercato di convincerlo a lasciar perdere tutto, perché non aveva nessun motivo di dubitare della sua Ambera che lo ama e lo aspetterà”. Dichiarazioni choccanti ma che tradiscono una certa ingenuità adolescenziale quelle di Ambera – o Ambra, come ama farsi chiamare in Italia – studentessa macedone di appena 19 anni identificata come l’ “oggetto della discordia” che ha portato alla brutale uccisione del 17enne Ismaele Lulli, rinvenuto cadavere in un dirupo nel pesarese. Per la quasi-decapitazione del giovane Ismaele sono finiti in manette due cittadini di origine albanese: Mema Marjo e Igli Meta, quest’ultimo fidanzato con Ambera.

“NON VOLEVA FARLO”. Ambera ha solo pensieri d’amore per il suo Igli, nonostante abbia commesso un crimine efferato, sul quale pesa l’ombra della premeditazione. La ragazza, però, sembra non curarsene. “Sì, l’ha sgozzato, e non lo giustifico, ma non voleva farlo – ammette in maniera sconcertante la giovane, a proposito del modus operandi con il quale il suo Igli ha ucciso il povero Ismaele – Mi rendo conto che non è facile capire. Mi si darà della pazza, insensibile, una che vuol comprendere un assassino. Intanto lo amo, è il mio uomo. E poi lo conosco da quattro anni e mezzo, da quando ci siamo fidanzati. È un ragazzo dolce, so bene di che pasta è fatto, conosco il suo cuore. Non è violento”.

Parole forti, che stridono con una certa superficialità rivolta alla famiglia di Ismaele Lulli, distrutta per il decesso del loro amato congiunto. Alla madre del 17enne – con il quale si sussurra abbia avuto un breve flirt, subito smentito dalla Macedone – Ambera riserva solo poche, fredde parole: “Cosa provo per la vittima e per la sua famiglia? Cosa vuole che le risponda: condoglianze“. Ambera dirotta poi l’attenzione mediatica verso una certa ondata di razzismo che sarebbe montata nei confronti delle comunità albanesi e macedoni a seguito della morte di Ismaele. “Ho sentito tanto di quel razzismo, da parte di tutto il paese. Ho letto di gente che diceva “A quelli ci pensiamo noi”, inteso come albanesi e stranieri. Hanno distrutto persino l’auto dei Carabinieri che portava Igli in prigione, volevano linciarlo“.

LA DIGNITA’ DI ARTHUR. Frasi puerili ma ugualmente crudeli nei confronti di Ismaele quelle di Ambera, che stridono invece con quelle di Arthur Meta, papà di Igli. L’uomo non è riuscito a trattenere le lacrime quando, davanti alle telecamere, ha chiesto a gran voce perdono ai familiari di Ismaele. “Chiedo perdono a tutti gli Italiani, non capisco come mio figlio abbia potuto compiere un’azione del genere”, ha singhiozzato l’uomo intervistato dai giornalisti. Una richiesta accorata, che la madre di Ismaele Lulli non riesce, comprensibilmente, a soddisfare. “Mio figlio ha fatto una fine atroce, non si può morire così, non li perdonerò mai”.