Fotografare significa immortalare, cercare di fermare in un’immagine quello che scorre davanti agli occhi. Rappresenta il tentativo di rendere controllabile una realtà che invece l’uomo non può afferrare: sfuggevole ed in continuo movimento. Serve a catturare ciò che ci circonda e renderlo qualcosa di eterno: fruibile e consultabile in ogni momento. “Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà”, affermava il filosofo francese Bresson. E’ questo l’obiettivo di PoliFlash, dove il soggetto della fotografia è la situazione politica nazionale ed internazionale, da cogliere nella sua profondità e naturalezza.
Scattare una foto implica l’atto di fermarsi: prendere una pausa dal vortice mediatico, mettere lo sguardo dietro l’obiettivo e riflettere su ciò che si vede: scolpirlo e utilizzarlo come riferimento per il futuro. Significa non lasciare che le dichiarazioni, le scelte politiche e gli avvenimenti sociali scivolino via, lontano dalla nostra attenzione, bensì porle sotto la luce del flash. Oltre alla scelta del soggetto, per scattare una buona fotografia, occorre scegliere la giusta angolatura. Così, per inquadrare al meglio i fenomeni politico-sociali è necessario uno sguardo critico, neutrale, attento. Solo così il flash non finirà per sbiadire o deformare ciò che si vuole cogliere, ma lo ritrarrà nella sua reale apparenza.