Lo scandalo Volkswagen è di nuovo sotto i riflettori e sta trascinando con sé anche l’Unione europea. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Financial Times, infatti, la manipolazione dei test sulle emissioni era ben nota ai più alti livelli dell’Unione europea e non ha scatenato nessuna reazione. La Commissione europea era venuta a conoscenza delle manipolazioni dei test sulle emissioni due anni prima che gli imbrogli della Volkswagen negli Stati Uniti fossero rivelati.
Secondo alcuni documenti interni delle istituzioni europee, di cui il quotidiano britannico si è impossessato, il commissario responsabile dell’ambiente dell’epoca, Janez Potocnik, avrebbe avvisato i suoi colleghi nel 2013, ma Bruxelles non ha reagito prendendo seri provvedimenti contro le manipolazioni e gli imbrogli. Il commissario, nel febbraio del 2013, ha sollevato il problema anche in una lettera al commissario per la Politica industriale, Antonio Tajani, da quanto emerge dalle pagine del Financial Times.
Janez Potocnik avrebbe scritto: “Ci sono preoccupazioni diffuse secondo le quali le prestazioni (dei motori ndr) siano state aggiustate per conformarsi a ciclo di test, a discapito di uno straordinario aumento delle emissioni”. Questi documenti “mostrano che le manipolazioni dei test sulle emissioni da parte della casa automobilistica erano largamente note – e vivamente dibattute – ai più alti livelli dell’Unione europea ben prima di quanto non pensassimo”, spiega il quotidiano britannico.
A fine settembre, l’Agenzia federale di protezione dell’ambiente americana ha scoperto che la casa automobilistica tedesca Volkswagen aveva installato un sistema in grado di truccare i test di misura anti inquinamento sui modelli a diesel. La Volkswagen ha confessato che circa 11 milioni di veicoli Volkswagen e altri marchi del gruppo sono stati dotati del meccanismo truffatore.