Yury Revich, intervista al giovane talento della musica classica

Ora, noi ci poniamo una questione: se, da una parte, può essere accettabile non riconoscere il volto di un interprete di musica classica, com’è possibile, dall’altra, ignorarne totalmente il talento e non riuscire minimamente a cogliere lo spessore della sua performance e capirne la differenza? Ribatte Revich:  “Non riesco a tenere il conto di quanti musicisti, teatri, orchestre e direttori, associazioni culturali nel mondo abbiano proposto, o stiano tuttora portando avanti, svariate iniziative per far conoscere la musica, soprattutto ai giovani e ai bambini. Pure io, nel mio piccolo, sto facendo qualcosa. Ma la svolta, quella vera, deve venire dall’alto, dalle istituzioni che si occupano della scuola: ogni bambino dovrebbe, sì, avere la possibilità di provare uno strumento musicale, ma soprattutto, di continuare a coltivare questa materia, anche negli studi superiori.  La musica classica è considerata di nicchia, ma il mio sogno è che non lo rimanga. Anche per questo, io non amo essere solamente un fedele interprete di brani illustri. Penso a come proporre cose nuove e a comporre a mia volta…”  E, in effetti, Yury Revich, che tiene base a Vienna dove dà il suo contributo a belle iniziative tra cui un quartetto d’archi e le “Friday Nights”, di progetti ne ha molti. Tra l’altro, a riprova del suo desiderio d’essere trasversale, Revich ha pubblicato un cd, “Steps through the Centuries” (“Passi attraverso i Secoli”), che raccoglie brani dalla musica barocca ad artisti contemporanei, tra cui Nino Rota.

“Yury scusa… ma tu la musica rock l’ascolti?”  Ride. “Certo!, ma non chiedetemi se ci sono gruppi che preferisco. Così come per Beethoven, Mozart, Tchaikowsky, Chopin e Schumann e Rachmaninov e tutti gli altri compositori… non c’è un autore che prediligo. Ci sono brani che adoro e altri che mi piacciono meno. Ci sono canzoni che mi entrano nel cuore, e altre, dello stesso gruppo o cantante, che invece lo sorvolano…”  . Chiediamo infine a Yury qualche timido consiglio per i giovani principianti del violino; tra l’altro, accade sempre più frequentemente che le rock band inseriscano un violino elettrico nel loro gruppo. “Il mio consiglio è di non demordere e avere molta, ma molta, pazienza. Dico questo perché per giorni e giorni, dal violino acustico di un principiante può scaturire solamente un suono stridulo e inascoltabile. Il violino elettrico può invece dare soddisfazioni più immediate, l’approccio è un po’ più facile e meno demotivante!”

Qualche ora dopo, Yuri è sul palco dell’Auditorium davanti al pubblico. Ci delizia di prodezze interpretando il concerto per violino e orchestra in Re minore di Khačaturian (un compositore armeno che si è spento nel 1978).