Reclute Isis: il 20% arriva da famiglie cristiane

Giovani reclute dell'Isis

Secondo una recente ricerca condotta sulle reclute dell’Isis, sembra che il 20% di queste provenga da famiglie cristiane. L’indagine è stata eseguita da Scott Atran, co-fondatore del Centro per la risoluzione dei conflitti difficili all’Università di Oxford. Atra inoltre ha sottolineato che la radicalizzazione raramente avviene nei luoghi di culto islamici, come invece si crede. Infatti, stando alle sue ricerche, il 75% di coloro che diventano “foreign fighters” lo fa attraverso amici e parenti rendendo ancora più difficile l’identificazione di persone potenzialmente pericolose. La “trasformazione” in militanti Isis, e talvolta terroristi, che avviene in casa o in cerchie di amicizie ritenute “sicure” rischia troppo spesso di passare inosservata tanto che addirittura amici e parenti a volte sono i primi rimanere sconvolti quando leggono i nomi dei ricercati.

All’incontro organizzato dall’ONU sulla tematica Terroristi stranieri combattenti, Atran ha esposto le sue ricerche screditando l’idea comune sulle nuove reclute che aderiscono all’Isis. Non si tratterebbe, se non in minima parte, di individui avvicinati da sconosciuti in luoghi di culto come le sinagoghe. Questi reclutatori sarebbero invece da ricercare all’interno delle abitazioni nella maggior parte dei casi. Atran ha affermato che, secondo i dati raccolti, un giovane su cinque viene reclutato attraverso un membro della sua famiglia. Ha inoltre posto l’accento sulle motivazioni che spingono i nostri giovani a diventare reclute dell’Isis. “È la chiamata alla gloria e all’avventura che spinge questi giovani a unirsi allo Stato Islamico” dichiara Atran. A rischio sarebbero quindi i giovani che vogliono lasciare una loro impronta nella storia. Diventare “eroi” ed essere ricordati è il sogno di molti e sembra proprio quello che offre l’Isis a chiunque voglia diventarne recluta.

I mezzi di propaganda più utilizzati dall’Isis sono purtroppo quelli che fanno parte della vita quotidiana di moltissime persone: i social network. Tramite la diffusione di massa di informazioni, infatti, l’Isis è letteralmente dentro ogni casa dove, per ora, riesce a mettere radici solo in alcuni individui. Sta di fatto che, secondo la ricerca di Atran, quasi un quarto delle nuove reclute all’Isis arriva da famiglie cristiane. E anche quando queste nuove reclute non sono parti attive nei piani dell’Isis, contribuiscono fornendo protezione alle cellule operative jihadiste.