Italia: benzina sotto 1,3 euro/litro a Natale. La decisione dell’Opec

benzinaIl prezzo della benzina in Italia, nei prossimi giorni, calerà vistosamente fino a raggiungere quota 1,3 euro entro Natale di quest’anno.
Lo straordinario fenomeno è frutto della decisione di oggi dell’Opec al suo meeting annuale (4/12/2015), di alzare ulteriormente la produzione di petrolio fino al tetto record di 31,5 milioni di barili al giorno. Produzione altissima e mai vista prima, che letteralmente inonderà il mondo di Petrolio abbassandone a dismisura i prezzi. La commodity è strettamente collegata al costo della benzina, nonostante in essa ci siano anche altri parametri (costo produzione, raffinazione e accise). Andiamo a capire bene cos’è l’Opec e perchè avremo la benzina sotto 1,3 euro/litro entro natale.

OPEC, GIGANTE “BUONO”
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, chiamata Opec, controlla quasi l’80% delle riserve petrolifere mondiali, e al suo interno sono membri Paesi come l’Arabia Saudita(leader del gruppo), il Venezuela, l’Iran, gli Emirati Arabi, l’Iraq, il Kuwait, l’Ecuador e così via. Tutti Paesi con una produzione petrolifera enorme e con un controllo sul mercato del greggio immenso. Le parole dell’uno o dell’altro ministro dei membri Opec hanno il potere di cambiare in tempo reale le quotazioni del petrolio, anche di parecchi punti percentuali.

PREMESSA GENERALE
Fondamentale è inquadrare la situazione generale per capire il motivo del prezzo così basso del petrolio di quest’ultimo periodo, e del perchè, grazie a questa decisione di alzare ulteriormente il tetto di produzione, avremo la benzina così bassa per Natale.
Innanzitutto l’Output cinese, traino principale della domanda di petrolio mondiale, è calato drasticamente in seguito alla crisi economica (e anche quello della maggior parte dei Paesi principali consumatori). Dato confermato dal Pil dell’ultima trimestrale cinese (3,9), che non è salito sopra le previsioni rimanendo pressochè stazionario.
Secondo motivo, le riserve petrolifere americane (secondo EIA e API), nonostante il calo delle trivelle di estrazione, continuano ad aumentare e sono al massimo storico degli ultimi 80 anni. Cio anche grazie alle innovazioni tecnologiche nella produzione di petrolio di scisto, ovvero lo share oil (dalle rocce).
Terzo punto, è sempre più forte la spinta per le energie rinnovabili e il controllo delle emissioni da combustibili fossili. Quarto e ultimo punto, il panorama mondiale è ormai caratterizzato dalla competitività sfrenata per il primato di produzione petrolifera tra Russia, USA e Opec.

MEETING DI VIENNA
Il meeting di Vienna, previsto per oggi 4/12, vedeva tutti i Paesi membri chiamati a raccolta per decidere cosa fare riguardo la produzione di petrolio. In continua salita e di conseguenza, prezzi sempre più bassi (intorno ai 40$ al barile). La scelta in definitiva, era o di tagliare l’output o di tenerlo invariato, la seconda scelta avrebbe dato via libera al sentiment ribassista di questo ultimo periodo che vuole il petrolio a 30$ al barile (per i motivi sopra detti).
Sorprendentemente, la decisione ufficiale è stata quella di alzare il tetto di produzione ad un record storico: 31,5 milioni di barili al giorno (contro i 30 precedenti). Senza contare che l’Indonesia è sul punto di rientrare nell’Opec, e l’Iran dall’anno prossimo, tolte le sanzioni internazionali, potrà continuare ad alzare la propria produzione quasi illimitatamente.

LE CONSEGUENZE
Le conseguenze di questa decisione sono state immediate e avranno pesanti effetti sull’economia italiana e internazionale nei prossimi giorni. Innanzitutto il prezzo del barile è crollato di circa 5 punti percentuali nel giro di 10 minuti, attestandosi a quota 39,60$. Prezzo vicinissimo al record negativo degli ultimi anni.
Ma non è finita qui, entro settimana prossima il prezzo, in continuo calo, potrebbe toccare tranquillamente i 25$– 30$ dollari al barile, che sono effettivamente il loro valore reale. Lo stesso ministro dell’arabia Saudita ha affermato che “dobbiamo tutti accettare che il petrolio vale di meno”.
Di conseguenza, la benzina già a 1,380/litro in svariate parti di Italia, toccherà l’1,30 dopo settimana prossima e scenderà fino e anche dopo natale toccando il suo minimo. Aspettiamoci quindi di trovare sotto l’albero un bellissimo sconto carburante deciso da quel (per le nostre tasche) gigante “buono” dell’Opec.