Nella lunga storia delle campagne pubblicitarie sono molto ricorrenti le immagini fortemente provocatorie, offensive e talvolta anche censurate. Sono tantissime le compagnie che, con il mero fine di attirare l’attenzione sul proprio prodotto e far parlare di sé, hanno scelto consapevolmente di mirare allo scandalo nelle pubblicità ricorrendo a immagini fortemente connotate sessualmente e a volte addirittura sessiste.
Nel 2015 una campagna di Miu Miu è finita nel mirino. La foto in questione, che rappresentava una ragazza, quasi una bambina appoggiata su un letto, è stata prontamente bloccata dalla Advertising Standards Agency perché ritenuta una provocazione al limite della pedofilia. La modella Mia Goth in realtà aveva 22 anni al momento dello scatto in questione, ma dalla foto è stata comunque giudicata infantile. L’Advertising Standards Agency l’ha definita “irresponsabile e in grado di causare serio oltraggio” e ha imposto a Miu Miu di non utilizzarla per la campagna.
Anche Tom Ford, che più volte ha reso comunicato esplicitamente il messaggio “il sesso vende“, è ormai abituato alla censura. La maison ha più volte utilizzato per la pubblicità sensuali immagini di profumi associate al pube o al seno delle donne. In Italia anche Benetton ha fatto parlare di sé con le sue campagne fortemente provocatorie. Sono innumerevoli, infatti, le pubblicità che non presentano il prodotto ma mirano a sconvolgere il pubblico con scene crude. È particolarmente nota, per esempio, l’immagine che ritraeva un malato di Aids nel letto di morte circondato dai familiari come fosse un quadro religioso.