Libia, liberati gli ostaggi. Ma le salme non tornano in patria

LibiaLibia – Sono atterrati alle 5 del mattino all’aeroporto militare di Ciampino (Roma) i due ostaggi liberati, Pollicardo e Calcagno, dopo essere decollati alle 3,30 del mattino dall’aeroporto Mitiga (Tripoli) con un aereo speciale.

Ad accoglierli al loro arrivo erano presenti il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il generale Giuseppe Governale e gli investigatori della Procura con i quali i due si sono recati in procura per definire meglio l’accaduto e trovare delle risposte a tutti i punti oscuri della vicenda, oltre che per le indagini, per le famiglie dei due connazionali che, purtroppo, non sono riusciti a tornare vivi in Italia. Si stanno svolgendo con i carabinieri dei Ros e con il magistrato Sergio Colaiocco gli interrogatori all’interno degli uffici della procura per trovare delle risposte alle centinaia di domande accumulate da luglio ad oggi.

Le salme degli altri due tecnici della Bonatti, Failla e Piano, si trovano ancora a Sabrata dove il capo del consiglio militare ha dichiarato che i contatti con gli italiani sono positivi ma che le salme, per ora, resteranno in territorio libico; al loro rientro, come già stabilito dai magistrati, l’autopsia sarà effettuata dai medici legali del Gemelli.

Storia 
I quattro connazionali vennero rapiti nel luglio del 2015 e da quel momento in poi l’intelligence italiana avviò una lunga indagine seguita da una trattativa con un gruppo tribale islamista, prevalentemente criminale ma non affiliato all’Isis, con lo scopo di liberare i quattro uomini attraverso il pagamento di un riscatto.

A seguito del bliz americano del 19 Febbraio la situazione è precipitata e la zona interessata è entrata nel caos; da questo punto non è più stato chiaro dove si trovassero gli ostaggi, con la possibilità che fossero stati rubati o ceduti ad altre organizzazioni o semplicemente spostati in un luogo più sicuro dagli stessi rapitori.

Il ruolo dell’Isis nella vicenda rimane dubbio, anche se dopo il blitz americano, il 25 Febbraio è scattata la rappresaglia e sono state decapitate decine di uomini delle forze di sicurezza della città.e indagini da parte della Procura avranno un ruolo determinante per l’identificazione dei veri rapitori e per determinare le modalità di svolgimento della vicenza.

Resta ancora da determinare se Failla e Piano siano morti giustiziati o venendo utilizzati come scudi umani, quindi uccisi da fuoco amico, e se Pollicardo e Calcagno siano stati effettivamente liberati nel blitz o siano stati abbandonati dai rapitori.