Torino – Dal Centre Pompidou, Matisse si trasferisce a Palazzo Chiablese di Torino, in compagnia degli artisti con cui si è confrontato. Fino al 15 maggio è possibile visitare la mostra “Matisse e il suo tempo”, strutturata in un percorso tematico e cronologico, che ripercorre le tappe principali della sua carriera.
Si parte con le prime opere, dalla veduta del Pont Saint-Michel dalle pennellate sfumate al suo autoritratto, dove emergono piccoli sprazzi di colori accesi nel grigio scuro della figura. Nel clima culturale delle avanguardie, Matisse si confrontò nei primi decenni con il Cubismo, come denotano opere quali “Porta-finestra a Collioure”, ben diversa da “Il sobborgo di Collioure” di Derain, o “Nu de Dos, IV état”, la scultura in bronzo più essenziale della serie. Il “Ritratto di Greta Prozor” denota che non riuscì mai a scomporre un ritratto, come invece faranno Severini, Braque e Picasso. Imperdibile il video in cui si vede Matisse disegnare a rallentatore e poi alla velocità reale le figurine caratteristiche dei suoi quadri.
Si approda, poi, nella sala delle odalische: un tema a lui molto caro grazie al fascino che il viaggio in Marocco aveva esercitato su di lui e che venne poi ripreso da molti altri. I colori accesi furono per lui una rivelazione e illuminarono le sue tele di rosso e di blu, di motivi arabeggianti e di intensità magnetica. Ben diversa fu la soluzione di Picasso, con il suo “Nudo con berretto turco”. Le donne continuarono ad essere le protagoniste predilette, come già lo erano state nel suo atelier, ma i suoi ritratti erano molto differenti da Renoir o Modigliani o Léger, come si vede nel “Sogno”: la sua è una dimensione sospesa nel tempo e nello spazio, onirica e all’interno della forza cromatica.
L’apice di quella che poi divenne la corrente denominata Fauvismo lo si vede di certo nel “Grande interno rosso”, tema caro anche a Picasso e Braque, che rispettivamente dipinsero il loro “Studio” e “Atelier IX”. Il continuo dialogo con Pablo Picasso si fa sempre più evidente, come l’allestimento cerca di evidenziare, e infatti troviamo una donna in bianco sdraiata accanto alla “Sedia a dondolo”, o la “Natura morta con credenza verde” accanto a quella trasfigurata ma affine all’idea del soggetto. Ma il grande pittore non fu soltanto questo: ecco perché le ultime sale sono dedicate alle sue ultime creazioni vicine al design e all’art nouveau e soprattutto alla sua raccolta di disegni realizzati con la tecnica del papiers découpés, tra cui “Icaro” che vola tra le stelle, in uno slancio vitale che permane tutte le opere di questo grandioso artista.