Condannato a 8 anni il dentista dell’orrore. Mutilava i denti dei pazienti

Il dentista dell'orrore FRANCIA – Strappava i denti anche senza anestesia per puro divertimento: si chiama Jacobus van Nierop, 51 anni, il medico olandese accusato di aver mutilato più di 120 pazienti senza alcuna pietà. Non a caso è stato soprannominato dai media francesi con il nomignolo “dentista dell’orrore”. Il suo non era solo un passatempo ludico ma, secondo l’accusa, lo faceva soprattutto con lo scopo di ottenere dei rimborsi sanitari eseguendo interventi che non erano necessari. Così i giudici della città di Nevers, in Francia, hanno deciso di condannarlo a 8 anni di carcere con l’imputazione di aggressione aggravata e frode; in più, al medico degli orrori è stato vietato di esercitare in futuro la professione di dentista ed è stato anche punito con una multa di 10.500 euro per aver causato danni, spesso irreversibili, ai pazienti.

Jacobus van Nierop aveva mutilato più di un centinaio di persone procurandogli ascessi, fratture alla mascella, diverse setticemie, strappando in alcuni casi anche denti sani. Il dentista, tra il 2008 e il 2012, aveva avviato uno studio presso la cittadina francese di Chateau-Chinon, presentandosi a tutti col nome “Mark”.

Nel 2011, però, tra i concittadini della piccola località iniziano a sorgere dei dubbi sulla professionalità del medico. Nelle stesso anno, le autorità avviano delle indagini sulla contabilità del dentista avendo notato una serie di incongruenze. Infatti, dopo diverse accuse di violenza, sevizie e truffa, nel 2014 Jacobus van Nierop viene estradato in Francia dal tribunale di Amsterdam.

Nel corso dell’ultimo processo, i giudici hanno ascoltato e valutato le testimonianze di alcune vittime che hanno raccontato di estrazioni di denti non necessarie, di eccessive punture o di mancanza di anestesia, lesioni e terribili infezioni provocate da numerose procedure errate e dolorose, protesi o apparecchi montati male.

Il dentista era quindi già stato arrestato nel 2013 ma, dopo esser stato liberato in attesa di processo, era riuscito a scappare dalla Francia. A settembre 2014, però, un mandato di cattura internazionale lo raggiunge in una piccola località situata nel Canada. Dopo il secondo arresto, l’uomo ha dichiarato di tutto pur di non farsi condannare: dai problemi psichiatrici all’autoaccusa di aver ucciso la prima moglie, alla falsa confessione di essere un transessuale fino al tentato suicidio in carcere. Finalmente ieri è arrivata la condanna e l’interdizione a vita di esercitare la professione.