“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
Recita così l’articolo 9 della Costituzione. Un articolo che in breve punta alla valorizzazione della cultura in senso lato, in tutte le sue forme, e che troppo spesso negli ultimi decenni è stato sottovalutato o annichilito da politiche inadeguate di gestione del patrimonio artistico italiano. E’ da questo presupposto che è nata l’idea di “Emergenza Cultura“, la manifestazione in difesa dell’articolo 9 che si terrà a Roma il 7 maggio, preceduta da una conferenza venerdì 6. L’evento, proposto dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, si presenta innanzitutto come la risposta alla riforma voluta dal ministro Dario Franceschini e al cosiddetto “decreto Sblocca Italia”, sebbene gli intenti siano comunque molteplici e di varia natura. Il comitato organizzatore ha stilato un vero e proprio manifesto, in cui si vede una palese critica al masochistico e perpetrante svilimento del sapere umanistico in generale (“dai musei alle biblioteche, dagli archivi, ai siti archeologici, agli istituti di restauro, all’insegnamento della storia dell’arte“), ovvero tutto ciò che non può essere ricondotto ad una dimensione meramente economica, che non può essere mercificato e quindi ruotare attorno al dio denaro. Per contrastare questa prospettiva desolante, associazioni e comitati per la difesa del territorio hanno risposto all’appello di Montanari al fine di spronare il governo ad investire nella messa in sicurezza del territorio.
Nella dichiarazione di intenti di “Emergenza Cultura” si dedica un ampio spazio anche alla richiesta di “sospendere l’attuazione dello Sblocca Italia, della Legge Madia e delle riforme Franceschini”, nonché all’interruzione dell’accorpamento delle sovrintendenze. E’ toccata con particolare enfasi anche la questione degli investimenti per istruzione e ricerca, così come la proposta di affidare la tutela del patrimonio ai tecnici riconosciuti dalla legge 110 del 2014. Viene ricordata anche l’importanza che deve essere rivolta ai giovani, alla loro istruzione – per cui si chiede di introdurre l’insegnamento di storia dell’arte dal primo anno di liceo -, e al loro futuro lavorativo reso sempre più incerto dalle vigenti modalità di assunzione una tantum. Si auspica, infatti, a vedere l’organico del Ministero completato con 1.400 assunzioni.
Dunque tutela, lavoro e conoscenza sono i punti cardine della manifestazione del 7 maggio, che si svolgerà a partire dalle ore 12 in Piazza della Repubblica a Roma, e sarà aperta a tutti coloro che condividono l’idea che la cultura abbia più che mai bisogno di essere incentivata, per dimostrare che in Italia è ancora sentita come un fattore irrinunciabile, un sinonimo di civiltà e non deve essere considerata – per dirla con Verga – ” un lusso per scioperati”.