Le autorità del mondo archeologico definiscono il ritrovamento del tesoro sommerso proveniente da Cesarea la scoperta più importante degli ultimi 30 anni, per la varietà e l’ottimo stato di conservazione dei manufatti, che contano migliaia di monete e statue di bronzo di alcune divinità romane. Ancora più incredibile è stata la modalità casuale della scoperta, avvenuta circa due settimane fa grazie a due sub israeliani (Ran Feinstein e Ofer Ra’anan) che si erano immersi nei pressi dell’antico porto di Cesarea. Non appena si sono resi conto dell’importanza dei reperti in cui si sono imbattuti, hanno chiamato immediatamente l’IAA (Israel Antiquites Authority), come richiesto dalla legge.
I due sommozzatori hanno guidato le autorità nel punto esatto del ritrovamento, e un’immersione combinata con gli archeologi ha rivelato non solo altri manufatti, ma anche i resti di una nave nascosti sotto la sabbia del fondale marino. E’ proprio dall’interno della stiva della nave che provengono gli oggetti in bronzo meglio conservati, tra cui una statua della divinità Luna, un candeliere decorato raffigurante il dio Sole e uno con la testa di uno schiavo africano, tre frammenti di statue di bronzo a grandezza naturale, oggetti modellati a forma di animale. A questo si aggiungono frammenti di enormi vasi che venivano utilizzati per custodire l’acqua per l’equipaggio.
Una delle sorprese più grandi, inoltre, è stata la scoperta di due blocchi metallici composti da migliaia di monete in cui spicca l’immagine di Costantino (306-377 d.C), che il sale dell’acqua marina ha saldato le une alle altre tanto da far prendere all’insieme di monete la forma del vaso in cui erano contenute. Un altro importante rinvenimento riguarda due ancore di ferro, resti di ancore di legno ed elementi che erano stati utilizzati per la costruzione e la gestione della nave.
Secondo gli archeologi, il luogo del ritrovamento e la disposizione del tesoro sul fondale marino suggerisce che ci si trovi di fronte ad una nave mercantile, contenente metallo destinato al reimpiego, che probabilmente si è schiantata contro gli scogli in seguito ad una tempesta. Lo stato di grave danneggiamento delle ancore fa supporre che l’equipaggio abbia tentato di fermare la nave, ma che la forza delle onde le abbia comunque spezzate.
Gli esperti attribuiscono alla sabbia il merito dell’eccellente stato di conservazione dei manufatti, e questo costituisce senz’altro un fattore decisivo poichè si tratta di oggetti in bronzo. Infatti non esistono molti esempi di statue in bronzo, dal momento che nell’antichità esse venivano fuse per riutilizzare il metallo. La scoperta del tesoro sommerso è avvenuta esattamente un anno dopo il ritrovamento di duemila monete d’oro.
Jacob Sharvit, direttore della Marine Archaeology Unit, attribuisce le recenti scoperte a due fattori: innanzitutto la presenza non abbondante di sabbia sul fondale che ha permesso di individuare gli oggetti ed avere così la conferma del ruolo rilevante di Cesarea durante il periodo tardo-antico; in secondo luogo al crescente numero di sub che si tuffano nelle zone circostanti all’antico porto. Questi ultimi – ha detto Sharvit – hanno dimostrato un grande senso civico e verrà rilasciato loro un attestato di apprezzamento, con l’invito a visitare i magazzini dei tesori nazionali.