“Fly to London for 19,99£ to vote Remain”. E’ questo lo slogan comparso in questi giorni sul sito Ryanair che pubblicizza voli scontatissimi per incentivare gli inglesi a recarsi alle urne il 23 giugno prossimo e votare a favore della permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. L’offerta è infatti valida solo per il 22 e 23 giugno. Ryanair si conferma così in prima linea nel promuovere le ragioni del Remain, il fronte favorevole alla permanenza in Europa.
Lo ha chiaramente affermato il suo amministratore delegato Michael O’Leary, che qualche giorno fa nel corso di un’intervista ha detto che “in caso di Brexit sarà inevitabile una riduzione delle tariffe e di conseguenza un calo degli investimenti nel breve-medio termine. L’unico modo per risolvere i problemi europei e in particolare quelli del sistema del trasporto aereo è quello di restare nel Continente e di lottare contro i problemi che le compagnie e i passeggeri affrontano, come gli scioperi dei controllori francesi, lavorando al fianco di Paesi ‘sensibili’ a questi temi, come, ad esempio, gli italiani o i Paesi dell’Est Europa”.
Da sempre Ryanair, compagnia aerea lowcost prima in Italia per passeggeri trasportati, promuove l’integrazione europea, e con i suoi voli a basso costo ha reso possibili spostamenti molto più frequenti da una parte all’altra del Vecchio Continente. Per questo Ryanair fa il tifo per la vittoria del fronte “Remain”. E cerca di influenzare il risultato del referendum agevolando il rientro in patria dei cittadini inglesi che risiedono in altri paesi europei che, presumibilmente, sono più europeisti dei loro connazionali residenti in territorio britannico.
I sostenitori della Brexit non hanno apprezzato l’iniziativa. Alcuni si sono spinti fino a definirla illegale. In particolare Dominic Cumming, direttore della campagna Leave, l’ha definita corrotta e contraria al Bribery Act (la legge anti-corruzione). L’iniziativa promozionale di Ryanair è stata addirittura denunciata alla polizia, che dovrà valutare se aprire o meno un’inchiesta. O’Leary ha definito la denuncia “un gesto disperato da parte di gente che sta per perdere”.
Quel che è innegabile è che nel fronte favorevole alla Brexit la preoccupazione è sempre più palpabile. I due leader del Leave, Boris Johnson e Nigel Farage, hanno già messo le mani avanti, sostenendo che, in caso di sconfitta, un altro referendum sull’uscita della Gran Bretagna dalla Ue potrebbe essere riproposto in futuro. Secondo i bookmaker i timori sarebbero fondati: la vittoria del sì all’Europa è ora data 1 a 5 (83% di probabilità), anche se i sondaggi sono più cauti.