Si è spento a 92 l’attore di teatro Giorgio Albertazzi

Giorgio AlbertazziIl grande attore italiano di teatro, cinema e televisione Giorgio Albertazzi è morto in queste ore in Toscana, la sua regione natale. L’artista si è spento dopo una lunghissima carriera iniziata nel 1949, quando Luchino Visconti lo aveva voluto per la rappresentazione teatrale dell’opera di Shakespeare Troilo e Cressida. Laureato in architettura, la via di Albertazzi verso il mondo dello spettacolo era stata preceduta da una parentesi politica, con l’adesione alla Repubblica di Salò nel 1943.

In seguito al debutto teatrale, l’attore ha avuto numerosi ruoli anche nel cinema in Articolo 519 Codice Penale di Leonardo Cortese, e l’anno successivo in Don Camillo (1952) Julien Duvivier e ne Il Mercante di Venezia di Pierre Billon. La sua fama, tuttavia, la si deve soprattutto al piccolo schermo a partire dallo sceneggiato rai Delitto e castigo del 1954.

Da quel momento la sua presenza in televisione è stata sempre maggiore, entrando a far parte nel cast di tutti gli sceneggiati italiani di maggior successo, diventando poi anche regista tv e focalizzandosi anche sul cinema. Tuttavia era il teatro la vera passione dell’attore toscano, e nell’ultima fase della sua carriera si è dedicato prevalentemente a calcare il palcoscenico, sempre con qualche incursione nella televisione come alla fine degli anni ’80, con la presentazione della sua opera Gli angeli del potere.

L’amore di Albertazzi per la prosa teatrale si è concretizzato prevalentemente per il teatro shakespereano, tanto che nel 1964 ha debuttato con Amleto al Teatro Old Vic di Londra con la regia di Franco Zeffirelli, ottenendo l’onore di essere l’unico attore di lingua non inglese ad essere inserito tra i grandi interpreti dell’opera del Bardo.

Instancabile fino all’ultimo, il grande attore non si è mai ritirato dalle scene, partecipando addirittura alla cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici invernali del 2006 con la recitazione del canto dantesco su Ulisse. Non è venuto meno neanche di fronte a impegni sociali, come la lettura della Divina Commedia fatta per la rai nel 2009 e ambientata nel centro storico di L’Aquila per dimostrare solidarietà agli abitanti aquilani in seguito al terremoto.