Sono rimaste ormai un paio di settimane per poter ammirare la mostra di Palazzo Strozzi a Firenze, che ospita ben 100 opere della collezione di Solomon e Peggy Guggenheim di New York. L’esposizione, inaugurata in marzo, propone capolavori dell’arte europea e americana tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento e comprende un percorso espositivo di nove sale.
Supervisionata da Luca Massimo Barbero, la mostra è nata dalla collaborazione tra Palazzo Strozzi e Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York. La scelta del museo fiorentino come sede dell’esposizione non è stata casuale: Firenze, infatti, fu la prima città non statunitense in cui Peggy Guggenheim portò la sua collezione, nel 1949.
Dopo quasi settant’anni, Firenze ha deciso di rendere omaggio alla sua grande personalità attraverso un’esposizione che permetta il confronto tra le opere europee di arte moderna, tra cui spiccano Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray, Pablo Picasso, per passare agli informali europei quali Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana. A questi si aggiungono quadri e sculture delle più importanti personalità artistiche degli anni ’50 e ’60 come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.
Una mostra che comprende una grande varietà di correnti artistiche, e che ben riflette la grande apertura e la diversità di interessi che ha contraddistinto Solomon Guggenheim – più legato al purismo astratto – e Peggy, che era più indirizzata verso le avanguardie. Tra le molteplici opere in esposizione è possibile vedere Curva dominante (1936) di Kandisky, lo Studio per scimpanzé (1957) di Bacon, che Peggy teneva nella propria camera da letto, e Preparativi (1968) di Roy Lichtenstein.