CINA – Un omicidio ha sconvolto la provincia cinese di Hellongjang una decina di giorni fa. La 16enne Chen Xinran (nome di fantasia) è stata arrestata per aver accoltellato il padre e ucciso la madre, morta lentamente di fame dopo una prigionia durata una settimana. Durante l’interrogatorio, la ragazza ha affermato di aver messo in atto una vendetta a cui stava pensando da tempo dopo che i genitori l’avevano costretta ad andare in un centro per curare la sua dipendenza da internet. Da quanto Chen ha scritto nel suo diario, si è trattata di una tortura psicologica e soprattutto fisica e difatti la struttura, così come le altre 250 presenti in Cina, è nota per le punizioni severe e pratiche di tipo militare.
La ragazza ha passato circa 4 mesi nel centro per curare la sua dipendenza da internet e, una volta tornata casa, ha iniziato a pensare una vendetta contro i genitori. Questa si è concretizzata una decina di giorni fa quando, dopo un’accesa discussione con il padre durante la quale l’ha accoltellato, Chen ha rapito la madre. Per una intera settimana, l’ha tenuta prigioniera e legata ad una sedia inviando alla zia foto e video chiedendo un riscatto. Quando questo è stato concluso, la ragazza ha contattato l’ambulanza ma ormai era troppo tardi per salvare la vita della madre. La donna è stata lasciata morire lentamente di fame e i medici, come riportato sul quotidiano The Paper, non hanno potuto fare nulla per aiutarla.
Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti grazie al diario della ragazza, la terribile vicenda ha avuto origine all’inizio dell’anno. In quel periodo, Chen passava ore davanti al computer ed era così presa da internet da aver lasciato addirittura la scuola. Una vergogna questa che i genitori non hanno accettato vista l’importanza che viene attribuita allo studio in Cina. Per farla curare, l’hanno spedita contro la sua volontà alla Shandong Science and Technology Defense Academy di Jinan, a oltre mille chilometri da casa. “Mi hanno costretta – ha raccontato agli inquirenti – Sono stata portata via con la forza da due uomini e messa in auto”.
“Quel posto è brutale, basato su violenze fisiche immotivate – ha raccontato – Mi costringevano a mangiare nella latrina, privata del sonno, tenuta in piedi per ore”. Una testimonianza la sua che ha acceso l’interesse pubblico per questa “scuola di disintossicazione da internet” tanto da spingere verso indagini più approfondite. Alla fine, altri testimoni si sono fatti avanti raccontando e confermando le violenze subite. “I loro metodi di cura includono un intenso allenamento fisico, una consulenza psicologica e se necessario anche la prescrizione di farmaci – ha raccontato un testimone – Il contesto però è oppressivo e violento. Spesso si viene picchiati e torturati. Su alcuni usano l’elettroshock”.