Dj Fabo è morto in Svizzera. “Sono qui senza l’aiuto dello Stato”

Dj Fabo è morto in SvizzeraTre anni fa, in seguito ad un grave incidente, Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, era diventato cieco e tetraplegico. Anni di terapie senza risultato e giornate intrise di sofferenza e disperazione l’hanno spinto a recarsi in Svizzera per morire tramite suicidio assistito, avvenuto lunedì 27 febbraio. “Sono fermamente deciso – ha dichiarato negli ultimi giorni – Trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia”. Antoniani, 40 anni appena compiuti, è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio da Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni.

Appassionato di moto, Dj Fabo ha anche partecipato ad alcune gare prima di essere costretto a ritirarsi a causa di un incidente. Questa “perdita” però non gli aveva tolto la voglia di vivere, passare il tempo con gli amici e, soprattutto, viaggiare. Ormai diventato un dj affermato, si è recato in India rimanendone così affascianato da decidere di trasferirsi per 8 mesi all’anno assieme alla fidanzata Valeria. La sua vita sembrava perfetta fino alla sera in cui, mentre si trovava in un locale a Milano, ha avuto un terribile incidente d’auto che l’ha reso cieco e tetraplegico. “Sono sempre stato un ragazzo molto vivace e un po’ ribelle” si descriveva.

Da tempo Dj Fabo aveva deciso di porre fine alle sue sofferenze tramite il suicidio assistito. Non essendo in Italia una legge che lo regola ha inviato diversi appelli allo Stato affinché lo aiutasse: il dibattito sulla questione era già stato avviato nel 2013 ma tutto è ancora fermo. L’ultimo tentativo l’ha fatto pochi giorni fa rivolgendosi direttamente al presidente Mattarella per “sbloccare lo Stato di impasse voluto dai parlamentari”. Ancora una volta però non ha ricevuto risposta e così ha deciso di rivolgersi all’Associazione Luca Coscioni, già interpellata in passato su situazioni analoghe. “Non sono depresso e mantengo tutt’ora il senso dell’ironia – ha spiegato sui social parlando della sua decisione – ma mi sento umiliato dalle mie condizioni: sono immobile e al buio, consapevole che potrebbe durare per decenni”