Ennesima donna uccisa nel nostro paese. Stavolta il tragico evento è successo a Parabiago, vicino a Milano.
La donna, Simona Forelli, aveva 33 anni, era casalinga e lascia due figli di sei e 17 mesi. Per questo omicidio è stato arrestato il compagno della donna Zhair Sadigue di 35 anni, che ha ammesso l’omicidio, dopo essersi reso irreperibile per qualche ora.
Donna uccisa: la ricostruzione dei fatti
Secondo la ricostruzione degli inquirenti la donna sarebbe stata trovata in bagno dalla madre, che aveva sentito delle urla e delle richieste d’aiuto. Nella stanza, vicino a questo scenario agghiacciante ,erano presenti i figli neonati della povera donna uccisa.
Dopo pochi minuti è arrivata l’ambulanza nel luogo del delitto, ma purtroppo la donna è morta poco dopo i primi soccorsi. I carabinieri, che si sono presentati per fare tutti gli accertamenti del caso, si sono subito concentrati a valutare la posizione del convivente, che in quel momento non era in casa.
Il giallo è durato solo poche ore, perché l’uomo si è presentato in caserma e, seppur in uno stato confusionale, ha confessato l’omicidio. Secondo le prime ipotesi, ancora da confermare, la giovane coppia avrebbe litigato per l’ennesima volta e la vittima avrebbe deciso di chiudere la relazione.
A quel punto l’uomo, in preda a un raptus di follia, avrebbe estratto un coltello da cucina e avrebbe colpito la donna per almeno 3 volte. Stanotte verrà interrogato nella procura di Busto Arsizio e se ne saprà di più.
L’emergenza del femminicidio in Italia
Questo atroce omicidio è un’altra triste conferma di un fenomeno, che sta diventando in Italia una vera e propria emergenza sociale: il femminicidio. In questo anno, 2017, sono circa 120 le donne uccise nel nostro paese.
Ma il dato ancora più inquietante, che emerge dalle statistiche, è che la maggior parte delle donne vengono uccise o subiscono violenza, dal proprio partner o da un uomo della famiglia di origine. Qualche volta la violenza è esercitata anche da personaggi famosi come nel caso di Robinho.
Questo aspetto dimostra che il problema è di origine culturale. Il lavoro da fare è profondo, radicale e molto complesso.
Da questo punto di vista un grande lavoro lo svolgono le tante associazioni a difesa delle donne, che sono nate in Italia, e che rappresentano un punto di riferimento importante per chi subisce violenza e non sa a chi rivolgersi.
Molte volte infatti la vittima della violenza, non ha il coraggio di denunciare il proprio partner perché si vergogna o perché spera che cambi. Queste associazioni, accompagnano in questo cammino le donne in difficoltà e spesso si impegnano anche a tutelare i figli, che si trovano in mezzo a queste orribili situazioni.
Un centro antiviolenza di rilievo è D.i.Re che raccoglie al suo interno e coordina circa 80 associazioni in tutta Italia. Quest’organizzazione ha come principio fondamentale, il supporto a tutti i livelli delle donne, vittime delle violenze maschili.
Un’altra associazione molto conosciuta è Doppia difesa, nata da un’idea di 2 personaggi molto famosi: la showgirl Michelle Hunziker e il conosciuto avvocato Giulia Bongiorno. La loro associazione, grazie al fatto di essere molto famose, ha sensibilizzato parecchio l’opinione pubblica su questo tema scottante.
Uno dei principi del loro lavoro è rendere le donne consapevoli dell’importanza di denunciare il proprio carnefice e di fare un percorso terapeutico su se stesse, in modo da evitare di cadere nei tranelli di questi uomini violenti.
Il percorso da fare è molto lungo, ma alcuni bagliori di speranza, nonostante queste tragedie, cominciano a vedersi.