Anna Muzychuk

Anna Muzychuk boicotta il torneo di scacchi in Arabia Saudita

Anna Muzychuk è una ragazza di 27 anni. Fin qui nulla di speciale, potrebbe essere una giovane qualunque. Eppure stiamo parlando di una vera e propria campionessa mondiale di scacchi. Se fino a poco tempo fa la Muzychuk era nota per i suoi successi, da oggi sarà conosciuta anche per il suo coraggio. Infatti la campionessa si è rifiutata di partecipare ai giochi in Arabia Saudita. Anna Muzychuk non ci sta a giocare indossando l’abaya. Si tratta infatti di una lunga tunica scura che ha lo scopo di coprire tutto il corpo. Queste le motivazioni dichiarate sul suo profilo Facebook. Affermazioni che hanno fatto il giro del mondo. Anche sua sorella, scacchista, rimarrà a casa.

Anna è campionessa mondiale in due discipline di scacchi veloci. Si tratta di gare che durano circa 15 minuti. Adesso si vede costretta a rinunciare a questi titoli vinti un anno fa. Infatti ha annunciato di non partecipare al Rapid and Blitz Chess Championship a Riad (capitale dell’Arabia Saudita). Una “seccatura” secondo Anna perché sta rinunciando ad un montepremi ricchissimo. La ragazza ha dichiarato che se avesse partecipato all’evento avrebbe guadagnato più in quei cinque giorni che in dodici eventi combinati. La sua protesta è diventata virale, ma sembra che nessun’altra giocatrice abbia dimostrato solidarietà. Anna Muzychuk però non ha intenzione di rinnegare i propri principi. Infatti partecipando non solo avrebbe dovuto indossare la tunica, ma avrebbe dovuto anche essere accompagnata durante le uscite all’aperto. Insomma, una negazione della libertà che, giustamente, proprio non va giù alla giovane donna.

Nel 2016 si è verificato un episodio analogo a quello di Anna Muzychuk, per l’affermazione dei diritti delle donne

L’anno scorso si era verificato un caso analogo a quello di Anna. Infatti la campionessa Nazi Paikidze, di origine russa che oggi vive negli Stati Uniti, rifiutò di far parte dei Campionati mondiali di scacchi a Teheran (Iran). Per partecipare ai giochi era obbligatorio indossare l’hijab.
La Federazione mondiale scacchi ha dichiarato che il gioco è un messaggio di pace e amicizia internazionale. Inoltre ha affermato di aver trattato con l’Arabia per far sì che ci fossero regole meno opprimenti per le donne. Hanno proposto abiti abbottonati fino al collo al posto della tunica. Eppure nonostante si parli di pace è scoppiata un’altra polemica. Israele accusa i sauditi di aver negato il visto a sette scacchisti israeliani.