Numeri record dell’influenza durante questa stagione invernale, oltre 3 milioni di italiani sono già stati colpiti dal virus. La diffusione dell’influenza risulta maggiore rispetto agli anni passati. I numeri della prima settimana del 2018, sono paragonabili solo a quelli degli anni 2004-05 e 2009-10. Le fasce di età più colpite sono quella dei bambini di età inferiore ai 5 anni (con circa 28,5 casi per 1000 assistiti) e quella che va dai 5 ai 14 anni (15,1 casi per 1000 assistiti). Tuttavia, complici probabilmente le vacanze natalizie c’è stata una diminuzione dei casi rispetto all’ultima settimana del 2017. Nei giovani e negli adulti i numeri sono invece ancora in aumento (in cui l’incidenza è rispettivamente di 13,4 e 8,1 casi per 1000 assistiti).
Caterina Rizzo e Antonino Bella, del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, sul portale EpiCentro hanno scritto “Sono 802 mila i casi registrati nella prima settimana del 2018, per un totale dall’inizio della sorveglianza di circa 3 milioni di casi. Lo stesso si osserva anche attraverso la sorveglianza dei casi gravi confermati di influenza, ricoverati in terapia intensiva, che dall’inizio della sorveglianza (settembre 2017) sono in totale 170 di cui 30 deceduti”.
A peggiorare il quadro il fatto che l’influenza che circola in questa stagione è la più aggressiva degli ultimi 15 anni. La febbre raggiunge temperature elevate che si protraggono per diversi giorni, portando anche fortissimi dolori articolari. Nel 48,6% dei casi gravi è stato isolato il virus A/H1N1pdm09 e nel 40,0% il virus B.
I medici incoraggiano la vaccinazione “E’ molto importante ricordare che la vaccinazione rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza e che, per chi non si fosse ancora vaccinato e presentasse una condizione di rischio, sarebbe importante farlo, anche adesso. Inoltre, per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, è importante lavarsi le mani (in assenza di acqua, con l’uso di gel alcolici); coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce; restare a casa, soprattutto nella fase iniziale della malattia, usare le mascherine se si deve andare in un ospedale”.