Brutta tegola per Johnson & Johnson. La multinazionale americana, insieme al suo storico fornitore Imerys Talc, in base ad una recente sentenza emessa dal tribunale del New Jersey, dovrà versare altri 80 milioni di dollari (circa 65 milioni di euro) a Stephen Lanzo, un 46enne che nel 2016 aveva citato in giudizio l’azienda dopo essersi ammalato di un mesotelioma, un tumore che si abbatte sul rivestimento di alcuni organi e che, di solito, viene associato ad un’eccessiva esposizione all’amianto.
L’uomo aveva deciso di denunciare la società americana perché la causa della sua malattia sarebbe stata legata al costante consumo di borotalco perpetrato per circa 30 anni: infatti il talco è un minerale che, di solito, viene rinvenuto nei pressi delle miniere di amianto e, in base ad alcune ricerche scientifiche, sarebbe dunque a rischio contaminazione incrociata durante le fasi di estrazione. Qualche giorno fa, una prima giuria aveva stabilito che la Johnson & Johnson versasse al cliente una somma pari a 30 milioni di dollari (24 milioni di euro), ed altri 7 milioni (all’incirca 5,7 milioni di euro) alla moglie dell’uomo, Kendra. Nonostante ciò, in seguito ad un’ulteriore revisione della causa giudiziaria, il risarcimento è stato praticamente triplicato da parte di una seconda giuria del New Jersey.
Stephen Lanzo è stato il primo consumatore nella storia a sporgere una denuncia per un presunto legame tra l’utilizzo del borotalco e la comparsa del mesotelioma, dato che fino ad ora erano giunte delle citazioni in giudizio solo per un probabile collegamento tra il prodotto per l’igiene personale e il tumore alle ovaie nelle donne. La seconda sentenza ha fatto lievitare decisamente in alto la somma da pagare all’investitore finanziario veronese, poiché la giuria ha riconosciuto anche i danni punitivi che, di solito, vengono applicati alle aziende che si rendono colpevoli di comportamenti negligenti o di azioni prive di alcuna etica. E così il risarcimento complessivo è salito fino a 117 milioni di dollari (95 milioni di euro), di cui Johnson & Johnson dovrà corrispondere il 70% del totale, mentre Imerys Talc il restante 30%.
L’azione legale di Lanzo si è basata sulla presentazione di una documentazione atta a dimostrare che entrambe le aziende fossero a conoscenza di aver immesso sul mercato dei prodotti contaminati con amianto, riferendosi in particolare ad una nota interna datata addirittura 1969, nella quale un esperto avrebbe fatto un chiaro riferimento ad una probabile contaminazione del talco con il pericoloso insieme di minerali. Nonostante ciò, le due società non avrebbero fatto nulla per avvertire i consumatori sui rischi legati ad un eccessivo ricorso al borotalco. Intanto, come anticipato dalla CNN, pare che il contenzioso legale non sia finito qui, poiché sia Johnson & Johnson che Imerys Talc avrebbero intenzione di presentare ricorso contro la sentenza che, di fatto, le ha condannate a versare a Stephen Lanzo un maxi-risarcimento da 95 milioni di euro.
Patrizia Gallina