Cesare Battisti arrestato in Bolivia.

Cesare Battisti arrestato in Bolivia, la soddisfazione di Salvini: “La pacchia è finita”

Si è conclusa a Santa Cruz, in Bolivia, la fuga di Cesare Battisti. L’ex componente dei Proletari Armati per il Comunismo è stato individuato dall’Interpol che lo ha fermato mentre camminava per le strade della città boliviana indossando barba e baffi finti, degli occhiali da sole, una maglietta di colore blu e dei jeans. L’ex terrorista pare non abbia opposto alcuna resistenza.

Adesso, per Cesare Battisti, condannato in contumacia in Italia per quattro omicidi commessi intorno alla metà degli anni ’70, scatterà l’estradizione nel nostro Paese e, come dichiarato dal premier Giuseppe Conte, un aereo si sta già recando in Bolivia dove dovrebbe giungere intorno alle 17 (ora italiana) per prelevare l’ex terrorista e riportarlo nella penisola. Il Presidente del Consiglio ha aggiunto che il 64enne verrà immediatamente trasferito in carcere affinché possa scontare le varie condanne all’ergastolo emesse da diversi tribunali italiani con sentenze passate in giudicato che non riguardano affatto l’ideologia politica di Battisti, ma “i quattro delitti commessi e i vari reati connessi alla lotta armata e al terrorismo”.

Subito dopo la diffusione della notizia dell’arresto di Cesare Battisti, sono arrivate diverse reazioni da parte del mondo politico che si è dimostrato piuttosto unanime nel commentare la vicenda con soddisfazione, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale si è augurato che venga al più presto consegnato nelle mani della giustizia italiana affinché possa scontare la pena “per i gravi crimini di cui si è macchiato”.

Molto deciso è stato l’intervento del ministro degli interni Matteo Salvini, il quale sui social network ha definito l’ex membro del Pac un “delinquente” che non merita affatto di trascorrere la sua vita in spiaggia, ma di passare il resto dei suoi giorni in galera, chiudendo con un eloquente: “La pacchia è finita”.

Anche Alfonso Bonafede, ministro della giustizia, ha scelto Facebook per commentare la fine della fuga in Bolivia di Cesare Battisti, rivolgendo innanzitutto un pensiero ai familiari delle vittime dell’ex terrorista, e proseguendo nel manifestare piena soddisfazione per aver finalmente raggiunto “un risultato atteso 25 anni”. L’ex premier Matteo Renzi ha parlato di “una bella giornata” su Twitter, dicendo che di fronte a queste notizie non ci sono distinzioni politiche ma solo l’intento comune di tutti i cittadini nel vedere assicurato alla giustizia un assassino.

Complimenti al presidente brasiliano Bolsonaro, all’Interpol e agli investigatori italiani sono arrivati dal ministro per la famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, così come Carlo Calenda si è detto orgoglioso del lavoro svolto dalle forze di polizia.

Piuttosto duro Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, il quale ha invocato una pena “senza alcuna concessione” nei confronti di Cesare Battisti, definito come un “terrorista rosso” che in questi anni ha preso in giro le vittime degli omicidi, i suoi familiari e tutta l’Italia e che, di conseguenza, ora: “Merita di stare in galera!”.

Patrizia Gallina