Giappone: l’acqua radioattiva di Fukushima sarà riversata in mare

Il Governo giapponese ha annunciato che nei prossimi anni l’acqua contaminata utilizzata per raffreddare i reattori danneggiati dall’incidente nucleare di Fukushima verrà riversata in mare.

Il Premier Yoshihide Suga ha confermato le anticipazioni malgrado la netta opposizione dell’opinione pubblica, l’industria della pesca e i rappresentanti dell’agricoltura locale.

Suga ha incontrato i membri dell’esecutivo per formalizzare la decisione, che arriva a 10 anni esatti dalla catastrofe del marzo 2011.

Acqua radioattiva di Fukushima: le proteste

Per Hiroshi Kishi, Capo delle Cooperative di pesca del Giappone, la decisione annunciata oggi è totalmente inaccettabile. Alla protesta si è associata Greenpeace Giappone condannando la decisione del governo “che ignora i diritti umani e gli interessi dei residenti di Fukushima, dell’area del Giappone e della regione Asia-Pacifico”.

La Corea del Sud ha convocato un vertice di emergenza durante il quale il portavoce governativo Koo Yoon Cheol ha espresso “forte rincrescimento” per la scelta.

Anche la Cina ha espresso i propri timori al Giappone, esortando Tokio a gestire la vicenda “in maniera responsabile”, come rende noto il Ministero degli Esteri di Pechino attraverso il suo portavoce Zhao Lijian.

Il Dipartimento di Stato Americano fa notare che “il Giappone sembra aver adottato un approccio in linea con gli standard di sicurezza nucleare globalmente accettati”.

Le dichiarazioni del Primo Ministro Yoshihide Suga

Il Primo Ministro, Yoshihide Suga, durante una riunione ha dichiarato che si tratta dell’opzione “più realistica e inevitabile per lo smantellamento di Fukushima”.

L’operatore ha raccolto circa 1,2 milioni di tonnellate di acqua in oltre mille tank sul sito. “L’eliminazione dell’acqua trattata – continua Suga – è un tema inevitabile nel quadro dello smantellamento dell’impianto di Fukushima. Il piano si attuerà nel momento in cui ci saranno le condizioni di sicurezza e le misure rigorose al fine di evitare danni”.