Laura Ziliani è scomparsa lo scorso 8 maggio 2021 da Temù, in provincia di Brescia. Quella mattina l’ex agente della Polizia Locale era uscita di casa per una passeggiata ma non è più tornata. La donna non ha lasciato alcuna traccia di sé. In preda alla preoccupazione erano state le figlie della donna a lanciare l’allarme. Poco dopo la sua scomparsa le forze dell’ordine hanno ritrovato il suo cellulare, era rimasto nel garage dell’abitazione in cui viveva con una delle sue tre figlie.
Dopo diversi giorni di ricerche ci fu un’interruzione delle indagini perché queste non avevano portato a nulla, la speranza si era riaccesa quando è stata ritrovata una scarpa della donna. Le ulteriori indagini svolte dalle forze dell’ordine non hanno poi portato a nuovi sviluppi, nei giorni scorsi però qualcosa è cambiata. Il pubblico ministero nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio ha iscritto due delle tre figlie di Laura Ziliani. Il motivo? Alcune incongruenze nei racconti che le due hanno fornito.
Laura Ziliani scomparsa a maggio a Temù, sono state le figlie ad ucciderla?
In seguito al nuovo sviluppo nelle indagini il magistrato vuole esaminare accuratamente la posizione delle figlie della donna scomparsa da quasi due mesi. Vuole capire come mai ci siano così tante incongruenze nei loro racconti. Al momento l’accusa di omicidio resta solo un’ipotesi, le indagini continuano per scoprire se le figlie della donna l’abbiano davvero uccisa.
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